DATI ANALITICI
DESCRIZIONE (*)
oggetto
Si tratta di tre sbarre di metallo con sezione a T, in modo da renderle più rigide. Due delle tre aste hanno la stessa dimensione, mentre la terza ha entrambi i rami della T di dimensioni minori. Vicino alle estremità sono incise due sottili tacche alla distanza esatta di due tese parigini (una tesa parigina dell’epoca corrispondeva a 194,9 cm).<br>Il ramo verticale di ciascuna asta è infilato in un contenitore di lunghezza pari a quella della sbarra stessa. Le estremità del contenitore sono più sottili, così che disponendo due aste una infila all’altra i loro contenitori possano appaiarsi per un piccolo tratto; in questo modo era possibile far coincidere la linea incisa all’estremità finale di un’asta con l’incisione presente all’estremità iniziale della successiva. Per impartire piccoli aggiustamenti longitudinali all’estremità iniziale di una delle aste era possibile agire, mediante una chiave, su una ruota dentata fissata all’interno del contenitore la quale ingranava su una dentatura praticata nel bordo inferiore dell’asta. <br>Nella parte superiore di ogni contenitore sono presenti tre coppie di rotelle di ferro equidistanti le une dalle altre, esse favorivano lo scorrimento dell’asta. Inoltre, ogni contenitore ha due coppie di fasce di cuoio per bloccare le aste una volta posizionate. <br>I contenitori e le aste in essi inserite sono posti all’interno di una lunga cassa di legno chiusa con quattro fasce trasversali metalliche.
funzione
Queste aste furono utilizzate per la misura della base geodetica fra Somma Lombardo e Nosate nell'ambito delle operazioni per il tracciamento della Carta della Lombardia.
modalità d'uso
Le misure venivano effettuate sistemando le guide di legno su appositi cavalletti, uno di seguito all'altro, controllando con un piccolo telescopio che le sbarre fossero perfettamente allineate. Si facevano poi scorrere la sbarra entro la propria guida finché la sua tacca d'inizio non veniva a combaciare con la tacca di fine della sbarra precedente; a questo scopo le guide erano dotate di un ingranaggio che agiva su una cremagliera presente sul bordo inferiore della sbarra. Ripetendo l'operazione sbarra dopo sbarra, si copriva la distanza da misurare. <br>Durante la misurazione si registrava con un termometro la temperatura atmosferica in modo da poter correggere la lunghezza della sbarra per gli effetti di dilatazione termica.
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO *
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F. Reggio, <i>De mensione basis habita anno 1788 ab astronomis mediolanensibus</i>, <i>Ephemerides astronomicae anni 1794, Appendix</i>, 1793
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H. Faye, <i>Cours d'astronomie de l'Ecole Iblytechnique</i>,Vol. 1, Parigi, 1881
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N. Paolucci, G. Tagliaferri, P. Tucci, <i>Levicende scientifiche ed extrascientifiche della realizzazione della prima carta della Lombardia con metodi astronomici</i>, in <i>Atti della Sez. di Storia della Fisica del LXXIII Congresso della SIP</i>, Napoli, 1987 pp. 383-409
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Miotto E., Tagliaferri G., Tucci P., <i>La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera</i>, Milano 1989, p. 49
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Tucci P., <i>I cieli da Brera: astronomia da Tolomeo a Balla</i>, Milano 2000
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Carpino M., <i>Osservatorio Astronomico di Brera, Breve storia attraverso i suoi strumenti</i> edito Scienza Express, Milano 2011, pp. 31 - 32
ANNOTAZIONI
osservazioni
Le aste vennero costruite da Giuseppe Megele nel 1788. Furono utilizzate per la misura di basi geodetiche. <br>In particolare, nel 1788, nell'ambito delle operazioni per il tracciamento della <b>Carta della Lombardia</b>, le aste venero impiegate per effettuare la misura di una linea di base tra Somma Lombardo (dove attualmente si trova l'aeroporto di Malpensa) e Nosate. Questa misura, che costituì la base della triangolazione compiuta dagli astronomi negli anni seguenti, fu l'operazione iniziale del lavoro e venne compita nei mesi di giugno e luglio. Gli astronomi misurarono una prima volta la lunghezza della base, da Nosate a Somma. Successivamente, al fine di avere una stima dell'errore, la misura venne ripetuta in senso opposto ottenendo uno scarto di 5 cm su una lunghezza base complessiva di 10 km.<br>Un secolo dopo la misura base fu controllata con apparecchiature più moderne, confermando la precisione della misura originale. Nel 1880 l'astronomo Giovanni Virgilio Schiapparelli commento questo risultato dicendo: <i>è questo lavoro sembrerà ancora più mirabile a chi pensi che esso fu fatto da tre poveri preti sotto il sollione della deserta brughiera, senz'altro aiuto che del macchinista Megele e di quattro contadini</i>.