CODICI *
ID SCHEDA
15429
tipo di scheda
PST
livello di ricerca
C
CODICE UNIVOCO *
codice regione
01
ente schedatore
OATO
ente competente
S67
RELAZIONI
RELAZIONI DIRETTE
tipo scheda
PST
codice bene
16029
RELAZIONI
RELAZIONI DIRETTE
tipo scheda
PST
codice bene
16029
OGGETTO *
OGGETTO *
definizione
Cronografo
tipologia
A secco
denominazione
Cronografo a secco
ALTRA DEFINIZIONE OGGETTO
definizione
Chronograph
codice lingua
ENG
CATEGORIA
Categoria principale
Calcolo
Altra categoria
Astronomia
LOCALIZZAZIONE *
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA ATTUALE*
stato
Italia
regione
Piemonte
provincia
TO
comune
Pino Torinese
COLLOCAZIONE SPECIFICA *
tipologia
Ente di ricerca
qualificazione
Osservatorio Astronomico
denominazione
Osservatorio Astrofisico di Torino
denominazione spazio viabilistico
Via Osservatorio, 20
denominazione raccolta
Collezione museale dell'Osservatorio astrofisico di Torino
ALTRE LOCALIZZAZIONI
tipo di localizzazione
luogo di esecuzione/ fabbricazione
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA (*)
stato
Italia
Regione
Veneto
provincia
PD
comune
Padova
COLLOCAZIONE SPECIFICA
tipologia
Officina dell'Osservatorio
CRONOLOGIA *
CRONOLOGIA GENERICA *
fascia cronologica di riferimento
XIX sec.
frazione cronologica
fine
CRONOLOGIA SPECIFICA *
Datazione (OPAC)
Fine 800
DEFINIZIONE CULTURALE
AUTORE/RESPONSABILITA' (*)
nome scelto
Cavignato, Giuseppe
tipo intestazione
P
forma per la visualizzazione
Giuseppe Cavignato
ruolo
costruttore
dati anagrafici/periodo di attività
1868 - 1909
riferimento all'autore
officina
sigla per citazione
188
DATI TECNICI *
materia e tecnica
ottone - acciaio
DATI ANALITICI
DESCRIZIONE (*)
oggetto
<p>Lo strumento &egrave; costituito da un motore, in genere a peso, che fa scorrere, con velocit&agrave; costante, un nastro di carta del tipo telegrafico. La parte scrivente dello strumento &egrave; costituita da due braccia appaiate alle cui estremit&agrave; vi sono&nbsp;due punte metalliche, azionate da bobine magnetiche, che incidono, a istanti di tempo determinati, dei punti sulla striscia di carta.&nbsp;Nella parte superiore della scatola &egrave; fissato un braccio, anch&#39;esso in ottone, che portava una bobina su cui &egrave; avvolta la striscia di carta. Infine,&nbsp;sul lato alla scatola una leva permette di bloccare o liberare l&#39;asse del regolatore di velocit&agrave;, permettendo di avviare o fermare lo strumento.</p>
funzione
<p>Il cronografo a secco veniva utilizzato da un osservatore per registrare, su una striscia di carta, i tempi delle osservazioni condotte con uno strumento meridiano o extrameridiano</p>
ISCRIZIONI
tecnica di scrittura
Incisione
posizione
Sul corpo
trascrizione
<p>Giuseppe Cavignato, Padoa</p> <p>1901</p>
CONSERVAZIONE *
STATO DI CONSERVAZIONE *
stato di conservazione
buono
CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI *
CONDIZIONE GIURIDICA *
indicazione generica
proprietà Ente pubblico non territoriale
indicazione specifica
Osservatorio astrofisico di Torino
indirizzo
Via Osservatorio 20 - Torino
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO *
FOTOGRAFIE *
citazione completa
<i>Osservar le stelle. 250 anni di astronomi a Torino. La storia e gli strumenti dell'Osservatorio Astronomico di Torino</i>, Torino, Silvana editoriale, p. 241
ACCESSO AI DATI *
SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI *
profilo di accesso
1 (intera scheda visibile)
motivazione
dati pubblicabili
COMPILAZIONE *
COMPILAZIONE *
data
2021
nome compilatore
Federico Di Giacomo
nome compilatore
Giuseppe Massone
ANNOTAZIONI
osservazioni
<p>Fino a tutto l&rsquo;ottocento&nbsp;le&nbsp;osservazioni&nbsp;dei transiti, stellari o solari, eseguiti con lo scopo di determinare il tempo,&nbsp;le coordinate stellari,&nbsp;le altezze meridiane ed extrameridiane e&nbsp;tutte le osservazioni di astronomia di posizione, venivano eseguite col metodo definito&nbsp;&ldquo;<em>ad occhio ed orecchio</em>&rdquo;. Questa metodologia prevedeva che&nbsp;l&rsquo;osservatore, dopo aver guardato l&rsquo;orologio a pendolo che batteva i secondi ed aver memorizzato l&rsquo;istante di partenza, si metteva al cannocchiale e, continuando mentalmente a contare i secondi sentendo &ldquo;<em>ad orecchio</em>&rdquo; le battute del pendolo, osservava &ldquo;<em>ad occhio</em>&rdquo; il fenomeno che lo interessava&nbsp;stimando il decimo di secondo di tempo interpolando, sempre mentalmente, la battuta precedente e quella successiva all&rsquo;accadimento. Un osservatore esercitato poteva cosi memorizzare&nbsp;&nbsp;i tempi di tre o quattro passaggi successivi, che poi trascriveva sul giornale d&rsquo;osservazione. Tuttavia,&nbsp;&egrave; facile immaginare&nbsp;quanto fosse impegnativa e difficoltosa&nbsp;tale pratica, oltrech&eacute; soggetta ad errori. Si possono&nbsp;ben capire le lamentele di <a href="https://www.beniculturali.inaf.it/opac/astronomi/giuseppe-piazzi"><strong>Padre Piazzi</strong></a>, che impegnato al <strong>circolo di Ramsden</strong> alle osservazioni del suo catalogo palermitano, dava in escandescenza contro i frati del vicino convento, quando col suono delle campane gli impedivano di udire le battute del pendolo interrompendo una serie di osservazioni.<br /> Con il progresso strumentale si sent&igrave; sempre pi&ugrave; l&rsquo;esigenza di ricorrere ad un metodo pi&ugrave; sicuro, e preciso, almeno nelle intenzioni, e che permettesse anche di aumentare il numero delle osservazioni con una registrazione &ldquo;meccanizzata&rdquo; delle stesse. Vennero pertanto introdotti nei vari osservatori i cronografi, strumenti atti&nbsp;registrare accuratamente i tempi delle osservazioni. Strumenti di questo tipo ebbero larga diffusione e l&rsquo;Osservatorio di Torino che ne possedeva un buon numero, in particolare questo venne realizzato del meccanico <a href="https://www.beniculturali.inaf.it/opac/autori/cavignato-giuseppe"><strong>Giuseppe Cavignato</strong></a>, presso l&rsquo;Osservatorio di Padova che&nbsp;forn&igrave;&nbsp;i suoi strumenti a molti osservatori italiani.</p>