osservazioni
<a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=AST&ID=710">Giuseppe Lorenzoni</a> si trovò a dirigere l'Osservatorio di Padova inizialmente in via ufficiosa, poi dal 1877, alla morte di <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=AST&ID=1126">Santini</a>, in forma ufficiale. Erano gli anni cruciali che si succedettero al passaggio del Veneto dal dominio austriaco al regno d’Italia. In quel periodo di gravi problemi economici e sociali che il nuovo Stato si trovò ad affrontare, la mancanza di fondi per le strutture di ricerca divenne cronica e inevitabile, di conseguenza la possibilità di mantenere le strumentazioni delle Specole italiane pari o almeno confrontabile con quella in uso presso i migliori osservatori europei ed americani era praticamente impossibile. Il solo strumento di una certa importanza che Lorenzoni riuscì ad ottenere per l’Osservatorio padovano fu il cosiddetto equatoriale Dembowski, acquistato di seconda mano nel 1881. Il barone <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/ShowDialog.aspx?WEB=INAFS&Title=ADETAILTITLE&tbl=L&tsk=AUT&ID=1518&Opac=DEFAULT">Ercole Dembowski</a> era un astronomo amatore che aveva scelto di vivere in Italia. Nel 1860 si trasferì presso Gallarate dove costruì un osservatorio astronomico. Qui per molti anni si dedicò allo studio e alla misura di stelle doppie conquistando anche una discreta fama a livello internazionale.<br>A seguito della morte del barone, avvenuta il 19 gennaio del 1881, Lorenzoni, sollecitato anche da <b>Virgilio Schiapparelli</b> direttore dell’Osservatorio di Brera che ben conosceva il barone, si affrettò a domandare al neonato Governo l’acquisto dello strumento più importante tra quelli del Dembowski: un cannocchiale equatoriale con 7 pollici di apertura realizzato da <a href=” http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/ShowDialog.aspx?WEB=INAFS&Title=ADETAILTITLE&tbl=L&tsk=AUT&ID=36&Opac=DEFAULT”>Geroge Merz</a> nel 1862. Con un accorata richiesta, Lorenzoni si rivolse all’amico <b>Pietro Tacchini</b>, perché anche lui, con la sua posizione privilegiata di direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano e dell’Ufficio centrale di Meteorologia, potesse intercedere con il ministro della Pubblica Istruzione. <br>Il 22 aprile 1881, grazie anche ai buoni auspici del Tacchini, il Ministro della Pubblica Istruzione <b>Guido Bacelli</b> approvò con regio decreto la richiesta di Lorenzoni e l’acquisto, per la cifra di 11867 lire, del Cannocchiale equatoriale. <br>Per collocare in maniera opportuna il cannocchiale, Lorenzoni decise di acquistare anche la cupola girevole di cui il barone aveva già corredato il suo strumento. Venne dunque affittato il lotto di terreno costituito dalla punta di terra compresa tra il Bacchiglione ed il Canale Naviglio sul quale l’Osservatorio eresse una struttura apposita, atta a sostenere la cupola e a contenere l’equatoriale con tutti i suoi accessori. I lavori di realizzazione della cupola durarono un anno e all’inizio del 1883 il cannocchiale divenne pienamente operativo.<br>Giunto alla Specola e montato all’interno della sua cupola, l’equatoriale Dembowski fu accuratamente testato e misurato in tutte le sue parti dagli astronomi e meccanici padovani i quali determinarono un diametro utile di 187 mm e una distanza focale di 3.2008 m; 47 mm misurava l’obbiettivo del cercatore, con un ingrandimento di 17 e un campo di vista di 2 gradi.<br>Dal 1882 questo cannocchiale divenne il più importante strumento di osservazione per gli astronomi padovani, e tale rimase fino al 1942, anno di inaugurazione del nuovo riflettore di 122 cm nella nuova sede del neonato osservatorio astrofisico dell’Università di Padova collocato sull'altopiano di Asiago.