osservazioni
<p>Una volta rimpiazzato il vecchio <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=PST&ID=92">strumento dei passaggi</a>, divenne prioritario per l'osservatorio padovano dotarsi anche di una moderna macchina parallattica. L'acquisto di questo nuovo strumento era stato sollecitato da <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=AST&ID=1126">Santini</a> al governatore di Venezia sin dal 1816, sia in considerazione del fatto che la Specola aveva necessità di mettersi "al pari dei principali stabilimenti di tal fatta" sia perchè lo stesso Santini, già dall'anno precedente, era stato contattato dall'astronomo tedesco <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/ShowDialog.aspx?WEB=INAFS&Title=ADETAILTITLE&tbl=L&tsk=AUT&ID=32&Opac=DEFAULT">Bernard von Lindenau</a>, direttore dell'Osservatorio di Gotha, per partecipare ai lavori per una "minuta e precisa revisione del cielo", progettata da Henrich Wilhelm Olbers, Carl Friedrich Gauss e lo stesso Lindenau. Tale lavoro non poteva essere svolto senza uno strumento di adeguata precisione. Inoltre, soddisfatto dello <strong>strumento dei passaggi</strong> ed avendo appena acquistato anche un <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=PST&ID=176">circolo moltiplicatore di Reichenbach</a>, del quale lodava l'esima riuscita, Santini auspicava quindi di poter ottenere un equatoriale dello stesso costruttore, analoghi a quelli che già aveva realizzato per gli Osservatori di Pisa e di Napoli. Tuttavia non avendo ricevuto risposte favorevoli dal governatore, Santini si trovò costretto a rinunciare al progetto di collaborazione con Lindenau.<br />
Due anni dopo, in veste di direttore della Specola, Santini tornò a fare richiesta dello strumento sottolinenando come in mancanza di un adeguato equatoriale non si potessero <em>"</em>osservare che con cannocchiali volanti i nuovi astri, le comete, le quali non sono quasi mai visibili al meridiano". Nell'occasione il professore padovano indicò nuovamente come più adatto per gli scopi dell’Osservatorio l'equatoriale prodotto dagli artefici <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/ShowDialog.aspx?WEB=INAFS&Title=ADETAILTITLE&tbl=L&tsk=AUT&ID=41&Opac=DEFAULT">Reichenbach</a> ed <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/ShowDialog.aspx?WEB=INAFS&Title=ADETAILTITLE&tbl=L&tsk=AUT&ID=57&Opac=DEFAULT">Utzschneider</a> di Monaco.<br />
Fu solo nel 1820 che il magnifico rettore Giuseppe Antonio Bonato diede comunicazione a Santini che era stata ordinata all'artefice "Utzschneider di Monaco la Macchina Parallattica ad uso di questo I.R. Osservatorio", ma perchè lo strumento venisse realizzato e potesse giungere finalmente a Padova furono necessari due ulteriori anni. Nel 1822 il nuovo equatoriale, corredato delle accurate istruzioni di Utzschneider per il suo corretto collocamento, era infine a disposizione degli astronomi padovani.<br />
Questa macchina, destinata a sostituire la vetusta macchina parallattica del Rodella, fu collocata nel cupolino est alla sommità della Specola, luogo pensato e progettato fin dalla nascita del'Osservatorio per accogliere questa tipologia di strumenti. Qui l'equatoriale, "appoggiato ad una colonna verticale robusta di ferro fuso eretta sopra solidissima base di pietre istriana", rimase in uso fino al 1858, anno in cui venne acquistata una nuova macchina parallattica, l'<a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=PST&ID=28">equatoriale di Starke</a>.</p>