oggetto
Il micrometro è del tipo introdotto da Joseph von Fraunhofer (1787-1826). Lo strumento può ruotare intorno all'asse ottico del telescopio su un piano perpendicolare ad esso. <br>Il micrometro veniva fissato nella posizione voluta con una ganascia di bloccaggio munita di micrometro a vite per la regolazione fine.<br>Due noni contrapposti scorrono lungo i circoli di posizione le cui gradazioni in argento hanno una numerazione ogni dieci gradi e sono divise in intervalli di 15', permettendo la lettura minima di 1'. Il micrometro è dotato di tre fili di ragno che giacciono su un piano perpendicolare all'asse ottico dello strumento. Due fili sono fissi e perpendicolari tra loro e il loro incrocio giace sull'asse di rotazione dello strumento. Il terzo filo, perpendicolare ad uno dei precedenti, è mobile e può essere spostare grazie ad una vite micrometrica. Sulla faccia anteriore dello strumento, su una lastrina d’argento, è incisa una scala usata per misurare le rivoluzioni intere della vite, mentre le frazioni di giro si leggono sul tamburo della testa della vite suddivisa in 100 intervalli. <br>Anche il filo fisso parallelo a quello mobile può essere spostato per mezzo di una vite non graduata in modo che l'intersezione dei due fili fissi coincida con l'asse di rotazione. <br>La piastra su cui è avvitato l'oculare scorre, per mezzo di una piccola cremagliera, lungo una direzione perpendicolare al filo mobile in modo da permettere l'esplorazione del campo. La parte dello strumento compresa fra il raccordo al telescopio ed i supporti dei fili è di forma conica e la sua superficie interna è completamente coperta da settori di specchietti e può essere ruotata leggermente in modo da assicurare una illuminazione uniforme dei fili, cosa che, nelle osservazioni astronomiche, era di essenziale importanza.<br>L'illuminazione era fornita dalle lanterne ad olio sospese cardanicamente e montate sul tubo del Merz da 22 cm. <br>Il micrometro era dotato di una serie di 7 oculari. L'oculare usato con maggior frequenza da Schiaparelli nelle sue osservazioni di Marte fu quello da 417 ingrandimenti, l'unico ancora conservato.