funzione
<p>Si tratta di un motore meccanico per fornire il “moto orario” ad un cannocchiale in montatura equatoriale. Come è ben noto, il moto diurno di rotazione della Terra attorno al proprio asse, causa un apparente moto di rotazione in direzione opposta rispetto a quella della sfera celeste. Mentre negli strumenti meridiani questa rotazione è sfruttata per determianre una delle coordinate celesti (l’ascensione retta), nei cannocchiali ordinari, impiegati per l'osservazione di un determinato oggetto (pianeti, misura di stelle doppie ecc.), questo moto apparente produrrebbe problemi nell'osservazione. Infatti, se lo strumento fosse immobile, l’oggetto in esame uscirebbe rapidamente dal campo di vista impedendo all'osservatore di compiere misure precise e accurate. Pertanto dotando un telescopio <em>equatoriale</em> (ovvero un telescopio in cui uno degli assi di rotazione è parallelo all’asse di rotazione terrestre) di un movimento di rotazione uniforme attorno a questo asse, con direzione opposta alla rotazione terrestre, si ha l’effetto di mantenere l’oggetto osservato immobile nel campo di osservazione. </p>
modalità d'uso
<p>La velocità costante necessaria al movimento del telescopio era determinata dall’equilibrio tra la forza resistente dell’aria sulle palette in rapida rotazione e la forza motrice del peso. Il meccanismo era autoregolante: se avesse accelerato la forza centrifuga sulle due masse nella parte inferiore delle palette avrebbe aumentare l’apertura delle stesse, ma in questo modo aumentava la resistenza dell’aria che tendeva inversamente a far diminuire la velocità di rotazione. L’osservatore poteva aggiustare la posizione di equilibrio del regolatore modificando l’attrito delle viti di pressione sul disco coassiale alle palette. Tale meccanismo era ovviamente non facile da ottimizzare, oltretutto esigeva una attenzione continua, ad esempio, al solo variare della temperatura, cambiava la viscosità dell’olio che lubrificava i perni e ciò causava una variazione del punto di equilibrio. </p>