osservazioni
<p>Questo obiettivo acromatico fu acquistato da <a href="https://www.beniculturali.inaf.it/opac/astronomi/alessandro-dorna"><strong>Alessandro Dorna</strong></a> nel 1880, per dotare l’Osservatorio di Torino di un telescopio che, anche se non tra i massimi dell'epoca, era comunque assai ragguardevole. Tuttavia una volta arrivato a Torino, l'obiettivo non poté essere impiegato subito in quanto, a causa delle ristrettezze economiche in cui versava l'osservatorio piemontese, Dorna dovette ordinare la montatura a parte richiendendola al meccanico dell'officina dell'Osservatorio di Padova <a href="https://www.beniculturali.inaf.it/opac/autori/cavignato-giuseppe"><strong>Giuseppe</strong> <strong>Cavignato</strong></a>. Inoltre, il direttore dovette rassegnarsi a collocare lo strumento nella sede storica dell’Osservatorio, sui tetti di Palazzo Madama, dove i torinesi videro spuntare un nuovo “cupolone”. Dorna ormai non più giovane, riuscì appena ad iniziare le osservazioni col nuovo strumento quando venne improvvisamente a mancare.<br />
Nonostante la collocazione dell'Osservatorio nel centro città apparisse inizialmente come una collocazione conveniente, dopo mezzo secolo i criteri osservativi erano cambiati radicalmente e divenne necessario allontanarsi dalla città. Il primo proponente di tale trasferimento fu <a href="https://www.beniculturali.inaf.it/opac/astronomi/francesco-porro-de-somenzi"><strong>Francesco Porro</strong></a>, sucessore di Dorna. Il trasferimento risultò di difficile attuazione, sia per la ricerca di un luogo conveniente sia, soprattutto, per ottenere i fondi necessari all’impresa. Porro si era già indirizzato verso le colline che circondano Torino, e installò una prima stazione osservativa sulla collina di Superga, approfittando dell’ospitalità concessagli dai proprietari dell’albergo allora esistente. In questa nuova sede, tuttavia, Porro utilizzò, per le sue osservazioni di stelle variabili, il <strong><a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=PST&ID=15482">rifrattore equatoriale Steinheil</a></strong> decisamente più maneggevole e di maggior rendimento. In questo modo il <strong>Merz</strong> rimase sottoutilizzato fino al suo trasferimento a Pino Torinese, ad opera di <strong>Boccardi</strong> nel 1912 dove tornò all'attività osservativa. Venne collocato in una nuova e più funzionale cupola e con la montatura meccanica revisionata e fu utilizzato con regolarità soprattutto per osservazioni extrameridiane di oggetti deboli.<br />
Rimase in utilizzo fino al 1983, quando si fece ancora apprezzare per la ottima qualità ottica in una serie di misure di stelle doppie visuali.</p>