oggetto
Da fonti d’archivio sappiamo che fu costruito da Giuseppe Porcasi, meccanico al R. Osservatorio di Palermo, intorno al 1810-1820, su disegno di <a href='http://www.beniculturali.inaf.it/opac/autori/piazzi-giuseppe'>Giuseppe Piazzi</a> .<br><br>Una sfera dorata centrale, del diametro di circa 5,5 cm, rappresenta il Sole. Dei bracci metallici girevoli portano dei dischetti in cartone con la rappresentazione dei pianeti conosciuti all’epoca e dati astronomici ad essi relativi. Dopo Mercurio e Venere si trova un cerchio aperto in legno e carta che rappresenta l’orbita della Terra; a questo è connesso un secondo cerchio aperto, più piccolo, che rappresenta l’orbita della Luna. Seguono quindi Marte e i quattro pianetini Vesta, Cerere, Pallade e Giunone, poi Giove, Saturno, raffigurato sul dischetto con l’anello, ed infine Urano, che compare col nome di Herschel, secondo l’uso francese dell’epoca. Due cerchi esterni verticali rappresentano i coluri degli equinozi e dei solstizi; un cerchio orizzontale rappresenta invece l’equatore celeste.<br>Il planetario non è firmato, né datato; le iscrizioni sono però in francese: non è quindi improbabile che la carta incollata provenisse da qualche fabbricante d’Oltralpe, forse lo stesso Lalande.