CODICI *
ID SCHEDA
12589
tipo di scheda
PST
livello di ricerca
C
CODICE UNIVOCO *
codice regione
03
numero catalogo generale
01967629
ente schedatore
OAB
ente competente
SopMI
RELAZIONI
codice scheda pregressa
n. 1064 (Catalogo I Cieli di Brera)
RELAZIONI
codice scheda pregressa
n. 1064 (Catalogo I Cieli di Brera)
ALTRI CODICI
altro codice
PSTRL_s6010-00028/Regione Lombardia
OGGETTO *
OGGETTO *
definizione
Prisma obbiettivo
QUANTITÀ
numero
1
ALTRA DEFINIZIONE OGGETTO
definizione
Objective prism
codice lingua
ENG
CATEGORIA
Categoria principale
Astronomia
LOCALIZZAZIONE *
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA ATTUALE*
stato
Italia
regione
Lombardia
provincia
MI
comune
Milano
COLLOCAZIONE SPECIFICA *
tipologia
Ente di ricerca
qualificazione
Osservatorio Astronomico
denominazione
Osservatorio Astronomico di Brera
denominazione spazio viabilistico
Via Brera, 28
denominazione raccolta
MusAB - Museo Astronomico di Brera
specifiche
secondo piano - galleria degli strumenti
ALTRE LOCALIZZAZIONI
tipo di localizzazione
luogo di esecuzione/ fabbricazione
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA (*)
stato
Svizzera
comune
Ginevra
CRONOLOGIA *
CRONOLOGIA GENERICA *
fascia cronologica di riferimento
XIX sec.
frazione cronologica
fine
motivazione cronologia
documentazione
DEFINIZIONE CULTURALE
AUTORE/RESPONSABILITA' (*)
nome scelto
Schaer Emile
tipo intestazione
E
forma per la visualizzazione
Emile Schaer
ruolo
costruttore
dati anagrafici/periodo di attività
1862 - 1931
motivazione dell'attribuzione
documentazione
riferimento all'autore
officina
sigla per citazione
1840
DATI TECNICI *
materia e tecnica
Vetro, metallo
MISURE *
unità
cm
lunghezza
242
specifiche
strumento completo di sostegno : 19.5 x 16.5 x 21
MISURE *
specifiche
Peso : 3,3 kg
DATI ANALITICI
DESCRIZIONE (*)
oggetto
Lo strumento, che probabilmente proviene dalla Società Astronomica Italiana, fu realizzato dall’ottico ed astronomo svizzero Emile Schaer (1862-1931) tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento. L’obbiettivo è costituito da un doppietto di 10.5 cm di apertura e 135 cm di focale, montato su una ghiera metallica. La ghiera, che ha diametro di 17.5 cm, poggia su un sostegno metallico a U e può essere fissata al corpo della camera, il quale aveva una lunghezza pari alla focale dell’obbiettivo, tramite sei viti. Sul bordo della ghiera sono fissate, diametralmente opposte, due alette a cui è imperniato il cilindro metallico dove è alloggiato il prisma che ha un diametro di 11.8 cm ed un angolo rifrangente di 21°. <br>Alla base del cilindro, nel piano perpendicolare al piano dei perni vi sono due viti diametralmente opposte che, insistendo sulla ghiera, permettono di regolare l’inclinazione del prisma rispetto all’obbiettivo. La dispersione della camera prismatica è di 55 ≈/mm a 430 nanometri.
funzione
Lo strumento veniva utilizzato per ottenere spettri di tipo stellare
modalità d'uso
Nel prisma obbiettivo la dispersione della luce, grazie alla quale si possono ottenere gli spettri, è ottenuta per mezzo di un prisma posto davanti ad un obbiettivo di pari diametro, il quale nel suo piano focale fornisce gli spettri di tutte le stelle che cadono nel suo campo. <br>Il prisma obbiettivo veniva montato a fianco di un cannocchiale dotato di montatura equatoriale che serviva per il puntamento della stella ed era inclinato rispetto a questo di un angolo pari all’angolo di deviazione del prisma. La montatura equatoriale rendeva agevole l’inseguimento dell’astro per il tempo necessario all’osservazione dei numerosi dettagli dello spettro.
ISCRIZIONI
tecnica di scrittura
Incisione
posizione
Sul cilindro
trascrizione
E. SCHAER GENEVE
CONSERVAZIONE *
STATO DI CONSERVAZIONE *
data
2008
stato di conservazione
buono
RESTAURI E ANALISI
RESTAURI
data
1992
descrizione intervento
Pulizia
ente responsabile
UNIMI/IFGA
ente finanziatore
UNIMI/IFGA
CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI *
CONDIZIONE GIURIDICA *
indicazione generica
proprietà Ente pubblico non territoriale
indicazione specifica
INAF - Osservatorio Astronomico di Brera
indirizzo
Via Brera, 28 - 20121 Milano
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO *
citazione completa
Miotto E., Tagliaferri G., Tucci P., <i>La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera</i>, Milano 1989
citazione completa
Tucci P., <i>I cieli da Brera: astronomia da Tolomeo a Balla</i>, Milano 2000
ACCESSO AI DATI *
SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI *
profilo di accesso
1 (intera scheda visibile)
motivazione
dati pubblicabili
COMPILAZIONE *
COMPILAZIONE *
data
2008
nome compilatore
Mattavelli, Marcella
referente scientifico
Tucci, Pasquale
funzionario responsabile
Tucci, Pasquale
TRASCRIZIONE PER INFORMATIZZAZIONE
data registrazione
2008
nome revisore
Mattavelli, Marcella
ente
Università degli Studi di Milano - Ist. di Fisica Generale e Applicata
AGGIORNAMENTO-REVISIONE
data
2018
nome revisore
Carpino, Mario
ente
INAF - Osservatorio Astronomico di Brera
AGGIORNAMENTO-REVISIONE
data
2020
nome revisore
Federico Di Giacomo
ente
INAF - Osservatorio Astronomico di Padova
referente scientifico
Carpino, Mario
ANNOTAZIONI
osservazioni
Il prisma obbiettivo, o camera prismatica, fu inventato da <b>Joseph von Fraunhofer</b> (1787-1826) all’inizio dell’Ottocento. Con uno strumento di questo tipo Fraunhofer eseguì le prime osservazioni spettroscopiche di stelle. <br>A causa delle difficoltà che presentava il suo uso e la necessità di due operatori per compiere le osservazioni, le ricerche spettroscopiche stellari vennero inizialmente abbandonate e riprese soltanto a partire dal 1860 grazie al lavoro di <b>Giovan Battista Donati</b> (1826-1873). <br>Accanto agli spettroscopi, che <b>Angelo Secchi</b> (1818-1878) chiamava assoluti poiché permettevano il confronto dello spettro stellare con uno di laboratorio, tornarono in uso i prismi obbiettivi con i quali, tuttavia, si potevano eseguire solo misure differenziali. Infatti, l’identificazione delle righe spettrali poteva essere ottenuta lasciando sfilare, a cannocchiale fisso, lo spettro rispetto ad una linea di riferimento e cronometrando i tempi di passaggio delle righe. <br>Per adattare ad un uso spettroscopico i cannocchiali di maggiori dimensioni, anteponendo un prisma all’obbiettivo, fu necessario utilizzare prismi con modesto angolo rifrangente. Ad esempio, Secchi utilizzò un prisma avente angolo rifrangente di 12° applicato ad un obbiettivo di 16 cm di apertura.Se da una parte il prisma obbiettivo consentiva solo misure differenziali, dall’altra aveva il grosso vantaggio di permettere di studiare oggetti molto più deboli di quelli raggiungibili con lo spettroscopio grazie alla maggiore efficienza fotometrica della camera prismatica che aveva un minor numero di elementi ottici di uno spettroscopio e mancava di fenditura. <br>Nel 1945 il prisma obbiettivo fu montato a lato del <b>rifrattore Merz-Repsold</b> e, grazie a un dispositivo per allargare gli spettri, fu adattato alla ripresa fotografica in modo da facilitare le misure spettrofotometriche. A partire dalla metà degli anni Cinquanta il prisma obbiettivo venne utilizzato con un calibratore di lastre fotografiche.