CODICI *
ID SCHEDA
12639
tipo di scheda
PST
livello di ricerca
C
CODICE UNIVOCO *
codice regione
03
numero catalogo generale
01967631
ente schedatore
OAB
ente competente
SopMI
RELAZIONI
RELAZIONI DIRETTE
tipo scheda
PST
codice bene
12613
codice scheda pregressa
<p>n. 1072</p>
RELAZIONI
RELAZIONI DIRETTE
tipo scheda
PST
codice bene
12613
codice scheda pregressa
<p>n. 1072</p>
ALTRI CODICI
altro codice
PSTRL_s6010-00030/Regione Lombardia
OGGETTO *
OGGETTO *
definizione
Spettrografo
denominazione
Spettrografo
QUANTITÀ
numero
1
ALTRA DEFINIZIONE OGGETTO
definizione
Spectrograph
codice lingua
ENG
CATEGORIA
Categoria principale
Astronomia
LOCALIZZAZIONE *
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA ATTUALE*
stato
Italia
regione
Lombardia
provincia
MI
comune
Milano
COLLOCAZIONE SPECIFICA *
tipologia
Ente di ricerca
qualificazione
Osservatorio Astronomico
denominazione
Osservatorio Astronomico di Brera
denominazione spazio viabilistico
Via Brera, 28
denominazione raccolta
MusAB - Museo Astronomico di Brera
specifiche
secondo piano - galleria degli strumenti
ALTRE LOCALIZZAZIONI
tipo di localizzazione
luogo di esecuzione/ fabbricazione
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA (*)
stato
Italia
Regione
Toscana
provincia
FI
comune
Firenze
COLLOCAZIONE SPECIFICA
tipologia
Officina
denominazione
Officine Galileo
CRONOLOGIA *
CRONOLOGIA GENERICA *
fascia cronologica di riferimento
XX sec.
frazione cronologica
metà
CRONOLOGIA SPECIFICA *
da
1957
Datazione (OPAC)
1957
motivazione cronologia
documentazione
DEFINIZIONE CULTURALE
AUTORE/RESPONSABILITA' (*)
nome scelto
Officine Galileo
tipo intestazione
E
ruolo
Costruttore
dati anagrafici/periodo di attività
1864 - ad oggi
motivazione dell'attribuzione
documentazione
riferimento all'autore
officina
sigla per citazione
87
DATI TECNICI *
materia e tecnica
Metallo
MISURE *
unità
cm
altezza
38
larghezza
48
lunghezza
62
MISURE *
unità
kg
peso
20
DATI ANALITICI
DESCRIZIONE (*)
oggetto
Dalla flangia di attacco al telescopio si diparte una struttura compatta in silumin, alla quale sono fissate le ottiche dello strumento. Lo strumento è contenuto completamente in un carter attorno al quel è inserito del materiale coibente al fine di isolare termicamente lo strumento.<br>La fenditura è del tutto simile nella struttura e nella sua regolazione a quelle degli spettrografi Z1 e Z2, e grazie a due cannocchiali è possibile sia il puntamento dell’oggetto celeste sia la sua guida sulla fenditura, sulla quale due prismetti e un sistema ottico convogliano la luce di una lampada a fluorescenza. In questo modo è possibile fotografare due spettri di confronto, entrambi simmetrici allo spettro dell’oggetto celeste, la cui distanza poteva essere opportunamente adattata alle dimensioni di questo. <br>Il collimatore dello spettrografo è costituito da un doppietto acromatico con focale di 250 mm e 50 mm apertura. Il prisma di vetro è di tipo flint SF2 (con parametro di dispersione =34) e ha un angolo rifrangente di 60°. Lo strumento è dotato di due obbiettivi di camera, intercambiabili, di 52 mm di diametro con focali rispettivamente di 165 e 82 mm e con aperture relative f/3.3 e f/1.6. Le corrispondenti a dispersioni lineari, a 430 nanometri, sono di 132 Å/mm e 278 Å/mm. La definizione risultava buona su tutto lo spettro, tra i 3600 ed i 7000 Å, ma presentava un sensibile assorbimento nell’ultravioletto, al di sotto di 4000 Å. Come negli spettrografi Z1 e Z2 un movimento di traslazione del porta chassis in senso normale alla dispersione permetteva di ottenere più spettri sulla stessa lastra.
funzione
Per come era progettato, lo strumento risultava particolarmente indicato per l’osservazione fotografica di oggetti deboli poiché forniva spettri con dispersioni ridotte ed inoltre evitava le perdite di luce prodotte da rinvii ottici caratteristici di altri spettrografi.
modalità d'uso
Per analizzare quantitativamente gli spettri era necessario utilizzare un microfotometro, al fine di determinarne la trasparenza. Successivamente, mediante uno spettrosensitometro, si otteneva la curva di calibrazione della lastra fotografica utilizzata. Si tratta della relazione, variabile con la lunghezza d’onda, tra l’annerimento fotografico e l’intensità della luce che lo produce, imitando il più possibile le modalità con cui era stata raccolta la luce della stella (in particolare la durata della posa). Per mezzo delle curve di calibrazione si otteneva infine il diagramma intensità-lunghezza d’onda, che era il punto di partenza dell’analisi quantitativa dello spettro dell’oggetto celeste.
CONSERVAZIONE *
STATO DI CONSERVAZIONE *
data
2008
stato di conservazione
buono
RESTAURI E ANALISI
RESTAURI
data
1992
descrizione intervento
Pulizia
ente responsabile
UNIMI/IFGA
ente finanziatore
UNIMI/IFGA
CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI *
ACQUISIZIONE
tipo acquisizione
Acquisto
nome
anni 60
CONDIZIONE GIURIDICA *
indicazione generica
proprietà Ente pubblico non territoriale
indicazione specifica
INAF - Osservatorio Astronomico di Brera
indirizzo
Via Brera, 28 - 20121 Milano
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO *
citazione completa
Miotto E., Tagliaferri G., Tucci P., <i>La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera</i>, Milano 1989
citazione completa
Tucci P., <i>I cieli da Brera: astronomia da Tolomeo a Balla</i>, Milano 2000
ACCESSO AI DATI *
SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI *
profilo di accesso
1 (intera scheda visibile)
motivazione
dati pubblicabili
COMPILAZIONE *
COMPILAZIONE *
data
2008
nome compilatore
Mattavelli, Marcella
referente scientifico
Tucci, Pasquale
funzionario responsabile
Tucci, Pasquale
TRASCRIZIONE PER INFORMATIZZAZIONE
data registrazione
2008
nome revisore
Mattavelli, Marcella
ente
Università degli Studi di Milano - Ist. di Fisica Generale e Applicata
AGGIORNAMENTO-REVISIONE
data
2018
nome revisore
Carpino, Mario
ente
INAF - Osservatorio Astronomico di Brera
AGGIORNAMENTO-REVISIONE
data
2020
nome revisore
Federico Di Giacomo
ente
INAF - Osservatorio Astronomico di Padova
referente scientifico
Carpino, Mario
ANNOTAZIONI
osservazioni
Lo spettrografo fu costruito nel 1957, su progetto del <b>prof. Giotti</b> e dell’<b>ing. Turrini</b>, dalle Officine Galileo di Firenze in due esemplari, per gli Osservatori di Asiago e di Merate. <br>Dopo la laurea in matematica presso l’Università di Pisa, nel 1926 Gino Giotto iniziò a lavorare come assistente presso la Specola di Merate, e proprio in quegli anni il giovane assistente poté assistere all’istallazione degli spettrografi Z1 e za href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=PST&ID=12613">Z2</a> al telescopio Zeiss. Lasciata la specola milanese si trasferì all’<b>Istituto Nazionale di Arcetri</b> diventando, qualche tempo dopo, il direttore dei Servizi Ottici delle Officine Galileo. Qui, grazie alla sua precedente esperienza presso l’osservatorio meratese, progetto due grande spettrografi che vennero applicati al Telescopio Galileo di Asiago e al telescopio Zeiss di Merate.