oggetto
Dalla flangia di attacco al telescopio si diparte una struttura compatta in silumin, alla quale sono fissate le ottiche dello strumento. Lo strumento è contenuto completamente in un carter attorno al quel è inserito del materiale coibente al fine di isolare termicamente lo strumento.<br>La fenditura è del tutto simile nella struttura e nella sua regolazione a quelle degli spettrografi Z1 e Z2, e grazie a due cannocchiali è possibile sia il puntamento dell’oggetto celeste sia la sua guida sulla fenditura, sulla quale due prismetti e un sistema ottico convogliano la luce di una lampada a fluorescenza. In questo modo è possibile fotografare due spettri di confronto, entrambi simmetrici allo spettro dell’oggetto celeste, la cui distanza poteva essere opportunamente adattata alle dimensioni di questo. <br>Il collimatore dello spettrografo è costituito da un doppietto acromatico con focale di 250 mm e 50 mm apertura. Il prisma di vetro è di tipo flint SF2 (con parametro di dispersione =34) e ha un angolo rifrangente di 60°. Lo strumento è dotato di due obbiettivi di camera, intercambiabili, di 52 mm di diametro con focali rispettivamente di 165 e 82 mm e con aperture relative f/3.3 e f/1.6. Le corrispondenti a dispersioni lineari, a 430 nanometri, sono di 132 Å/mm e 278 Å/mm. La definizione risultava buona su tutto lo spettro, tra i 3600 ed i 7000 Å, ma presentava un sensibile assorbimento nell’ultravioletto, al di sotto di 4000 Å. Come negli spettrografi Z1 e Z2 un movimento di traslazione del porta chassis in senso normale alla dispersione permetteva di ottenere più spettri sulla stessa lastra.