osservazioni
Lo strumento dei passaggi giunse presso l’Osservatorio di Merate nel 1927, e venne posto nel cupolino degli strumenti dei passaggi. <br>L'acquisto di questo strumento può essere stato dettato da ragioni extrascientifiche. Quattro anni prima, infatti, vi era stata un'aspra polemica tra il direttore dell'Osservatorio di Brera, <b>Emilio Bianchi</b> e <b>Angelo Salmoiraghi</b>, responsabile dell’omonima ditta, e si può ipotizzare che l'acquisto fosse stato un segno di riavvicinamento, spontaneo oppure frutto di pressioni da parte degli organi istituzionali, fra l'Osservatorio e il costruttore milanese.<br>L’attrito fra i due personaggi riguardava gli strumenti in conto riparazioni dei danni di guerra ed esplose a seguito di una lettera aperta di Salmoiraghi, già senatore del regno, pubblicata quasi integralmente, e commentata, il 22 giugno 1923 su <i>Il Popolo d'Italia</i>, il giornale fondato da Benito Mussolini. Due giorni dopo, sempre sullo stesso giornale, intervenne Bianchi rispondendo alla lettera di Salmoiragh. Gli scambio tra i due proseguirono fino al 27 giugno dello stesso anno. <br>In sostanza Salmoiraghi accusava Bianchi di scarsa considerazione verso la sua ditta, La Filotecnica, affermando anche che il direttore non rispettava degli accordi verbali che Salmoiraghi diceva di aver avuto con <b>Giovanni Virginio Schiaparelli</b> (1835 - 1910) e <b>Giovanni Celoria</b> (1842 - 1920) secondo i quali se fossero stati necessari nuovi strumenti per l'Osservatorio, questi sarebbero stati progettati insieme e realizzati a Milano. Nella sua risposta Bianchi assicurò di non conoscere gli accordi di cui parlava Salmoiraghi, facendo notare che, comunque, durante la gestione dei due grandi astronomi gli strumenti più importanti (i due rifrattori) erano stati acquistati in Germania e non presso la Filotecnica. Inoltre, gli strumenti in conto dei danni di guerra non si dovevano pagare, e si trattava di ottimi strumenti.<br>Alle argomentazioni di Bianchi, Salmoiraghi rispose con slancio patriottico, ma scarsa logica: <i>ella scrive che gli strumenti in conto riparazioni 'venivano gratis'. No, professore: tutto ciò che si avrà in conto riparazioni è già stato pagato con denaro, sangue e lacrime!</i>. Bianchi replicò con un appello rivolto a Salmoiraghi: <i>Lasci risorgere Brera così come io ho disposto; nessuna altra via è oggi possibile; i nuovi strumenti staranno proprio a testimoniare il denaro, il sangue e le lacrime che ci sono costati e sarà testimonianza di vittoria</i>. Salmoiraghi non si limitò comunque ad esprimere amarezza, oltre ad accusare di scarsa correttezza riguardo all'operato di Bianchi, accuse poi smentite con vigore, e probabilmente del tutto a ragione, dal direttore dell'Osservatorio, <i>farò opera perchè per quanto fosse ancora possibile senza pregiudizio dell'interesse scientifico dell'Osservatorio sia impedita l'importazione degli strumenti tedeschi di cui si tratta</i>. Salmoiraghi intendeva bloccare solo gli strumenti diretti all'Osservatorio di Milano e non quelli degli altri istituti. Questo atteggiamento potrebbe essere stato acuito da precedenti contrasti dovuti ad alcune critiche rivolte da Bianchi agli strumenti della Filotecnica, sia all'effetto sfavorevole sull'immagine e il prestigio della fabbrica, se l'Osservatorio milanese non si fosse rivolto alla fabbrica di strumenti milanese per i suoi acquisti. <br>Bianchi non sottovalutò la minaccia di impedire l’arrivo a Merate degli strumenti tedeschi. Infatti, nel giugno stesso inviò ai direttori degli osservatori di Napoli, Arcetri, Padova, Trieste e del gabinetto di geodesia di Torino una lettera in cui chiedeva, ai colleghi, solidarietà per il suo operato. A stretto giro di posta arrivarono molteplici lettere di risposta in cui tutti confermavano il loro appoggio, disposti anche ad esprimerlo nelle sedi ufficiali. <b>Giorgio Abetti</b>, dell'Osservatorio di Arcetri, si dimostrò particolarmente infuriato giungendo a parlare di Salmoiraghi come di <i>un pescecane il quale non ha ancora abbastanza divorato per ingrassare la sua pancia privata</i>. Il termine <i>pescecane</i> ricorda il dibattito di quegli anni su quanti si erano arricchiti grazie alla guerra.<br>La solidarietà dei colleghi tornò utile a Bianchi quando, nell'agosto dello stesso anno, giunse, dal Ministero del Tesoro, una richiesta di chiarimenti sull'intera vicenda a seguito al reclamo ufficiale presentato dalla Confederazione Generale dell'Industria Italiana di cui Salmoiraghi era un membro influente. Bianchi rispose con un documento che ripercorreva puntigliosamente la storia delle decisioni prese, a cui erano allegate tutte le dichiarazioni a suo favore dei direttori di sette istituti astronomici e geodetici.<br>Verso l'autunno la polemica si esaurì con il riconoscimento da parte degli organi competenti della correttezza e legittimità dell'operato di Bianchi.