osservazioni
<p>Se al tempo di Plana la collocazione del nuovo osservatorio sui tetti di Palazzo Madama nel centro della città appariva una sistemazione più che conveniente e consona ai canoni dell’epoca, dopo circa mezzo secolo i criteri di giudizio stavano cambiando radicalmente. Qualche timido tentativo era già stato anticipato da <a href="https://www.beniculturali.inaf.it/opac/astronomi/alessandro-dorna"><strong>Dorna</strong></a>, ma fu con <a href="https://www.beniculturali.inaf.it/opac/astronomi/francesco-porro-de-somenzi"><strong>Porro</strong></a> che la questione del trasferimento dell’Osservatorio di Torino in un luogo più favorevole alle nuove esigenze osservative si pose con decisa urgenza. La cosa era però di attuazione assai difficile, sia per il trovare un luogo conveniente sia, soprattutto, per ottenere i fondi necessari all’impresa. Porro si era già indirizzato verso le colline che circondano Torino, e installò una stazione osservativa sulla collina di <strong>Superga</strong>, approfittando dell’ospitalità concessagli dai proprietari dell’albergo allora esistente. Per dotare questa stazione di uno strumento che fosse un ragionevole compromesso fra dimensioni e trasportabilità acquistò questo <strong>rifrattore Steinheil</strong>. Lo strumento secondo la testimonianza del Porro, si rivelò eccellente, e fu da egli utilizzato per una serie di osservazioni di stelle variabili. Il cannocchiale quando non in uso era alloggiato in un cupolino nel giardino dell’albergo di cui sopra. Trasferito poi l’<strong>Osservatorio a Pino Torinese</strong>, lo Steinheil fu collocato in una cupola appositamente costruita, dove, in grazia delle sue ottime qualità ottiche, fu utilizzato con regolarità fino agli anni ’60, quando fu sostituito nella cupola da un riflettore Marcon di 45 centimetri.</p>