Enrico Reycend nacque a Torino il 3 novembre 1855 da Marianna Savi e dal libraio di origine francese Luigi Reycend, discendente di una storica famiglia di editori.
La formazione artistica di Enrico iniziò i presso l’accademia Albertina di Torino, dove fu allievo di Lorenzo Delleani e di Antonio Fontanesi e, successivamente, egli seguì lezioni private presso il maestro Enrico Ghisolfi. In seguito Enrico affinò la sua tecnica con una serie di soggiorni a Parigi, dove nel 1878 visitò l'Esposizione Universale e venne estremamente colpito dalle opere di Corot e degli Impressionisti.
Enrico Reycend espose la prima volta, non ancora ventenne, nel 1874 al Circolo degli Artisti di Torino e fu poi presente a tutte le esposizioni nazionali ed internazionali, spesso premiato, con paesaggi e marine. Tra il 1885 e il 1886 soggiornò a Genova, riproducendo, come era consuetudine per i pittori impressionisti francesi, marine e paesaggi in diverse condizioni atmosferiche. A questo periodo risalgono le opere “Tempo grigio nel porto di Genova”, esposto nel 1885 a Firenze, “Il porto di Genova” a Brera nel 1886, “Pioggia nel porto di Genova” a Bologna nel 1888.
Nel 1894 diventò socio onorario dell'Accademia di Brera grazie al successo riscontrato dal suo dipinto “Cantuccio quieto”, ripetuto poi nel 1895 a Venezia con “Quiete montanina”. A partire dal 1897 iniziò a esporre in tutto il mondo: a Dresda, dove si aggiudicò una medaglia d'argento, Monaco di Baviera, Londra, Barcellona, San Francisco e Saint Louis, Santiago del Cile e Buenos Aires.
Nel 1902 fondò, insieme a Davide Calandra, Leonardo Bistolfi, Giorgio Ceragioli ed Enrico Thovez, la rivista “L'arte decorativa moderna”. Nel 1904 ritornò a Brera con i dipinti “D'autunno nel frutteto”, “Mattino d’Aprile” e “Quiete montanina”, nel 1906 presentò l’opera “Meriggio alla marina”, “Solitudine alpestre” e “Armonie nel mare”, l'anno successivo “Ultima luce” e “Gaiezze montanine”, nel 1908 “Orizzonte”. Nel 1912 venne apprezzato alla Promotrice di Torino per “Sorrisi di maggio”, “Boschetto in montagna”, “Pace montanina” e “Sulla spiaggia di Noli”. L'anno successivo espose “Meriggio di maggio” nel Canavese e “Giornata grigia alla marina”.
La vita privata di Enrico Reychard fu contraddistinta da importanti difficoltà economiche sofferte nel dopoguerra, dovute anche allo scarso appeal dei suoi quadri, ritenuti superati e fuori moda dalla critica contemporanea e dalla drammatica perdita di numerosi figli avuti dalla moglie Rosa Bertola.
Enrico Reychard morì il 21 febbraio 1928 a Torino