oggetto
Lo strumento presenta una montatura di tipo equatoriale, dove l’asse principale, attorno al quale può ruotare lo strumento, non è verticale ma inclinato in modo tale da puntare sempre verso il polo nord celeste. Grazie a ciò la compensazione della rotazione diurna può essere ottenuta ruotando lo strumento attorno a questo asse.<br>Il cerchio di ascensione retta è diviso in 360°, con un’indicazioni numerica ogni 10°. Sul braccio dell’alidada è presente un nonio che permette la lettura dei 5'. È presente anche una seconda numerazione, che utilizza i numeri romani, che indica le ore di ascensione retta; la numerazione va da I a XII e riprende da I a XII. <br>Il bordo dell’asse orario è filettato e agendo su una vite, tangente all’asse stesso, è possibile modificarne l’inclinazione, rispetto alla verticale, di un angolo compreso tra 30° e 58°. L'inclinazione viene letta su un arco posto all'estremità dell'asse e recante una scala divisa in intervalli di 30', numerati ogni 5°. Anche in questo caso un nonio permette la lettura minima di 2' (il nonio porta indicazioni numeriche ogni 10'). All'estremità di un asse perpendicolare all'asse orario e all'esterno del cerchio di ascensione retta si trova il cerchio di declinazione, anch’esso diviso in 360°. Su un braccio mobile è presente un nonio che permette la lettura dei 15'. La numerazione è da 0° a 90°, da 90° a 0°, e nuovamente da 0° a 90° e da 90° a 0°, e le indicazioni numeriche sono ogni 10°.<br>Il telescopio aveva un obbiettivo acromatico a tre lenti, con una lunghezza focale di 1.2 m (3.5 piedi) e un'apertura di 8.4 cm (3 pollici) ed era attaccato all'asse di declinazione, all'estremità opposta rispetto al cerchio di declinazione. In questo modo poteva essere puntato ad ogni altezza, superando le limitazioni delle precedenti montature parallattiche. Attualmente il telescopio montato è stato ricostruito a somiglianza dell'originale durante i lavori di restauro della macchina parallattica, avvenuti ad opera dei Sigg. Domenico Gellera e Nello Paolucci.