DATI ANALITICI
DESCRIZIONE (*)
oggetto
Spettroscopio a visione diretta di Hofmann
soggetto
L'elemento costituivo essenziale è il sistema di 5 prismi di vetro flint e crown affiancati e alternati in modo tale da consentire una piccola dispersione della luce e favorire la visione dello spettro nella direzione dell’asse ottico. <br>In origine aveva una dispersione totale di 10° e il cannocchiale forniva un ingrandimento pari a 4. Successivamente nel piano focale fu introdotta una fessura metallica con ampiezza regolabile tramite viti micrometriche e la lente collimatrice fu sostituita con un'altra di 27 cm di focale e del diametro di 30 mm, portando così a 17 l’ingrandimento totale. <br>Attualmente lo strumento è costituito da tre sezioni: la prima è il cannocchialino oculare, con il quale si osserva lo spettro; la seconda è il tubo spettroscopico vero e proprio, che contiene il sistema di prismi e il collimatore con la sua fessura. A quest’ultima parte è avvitata infine l’ultima sezione, cioè il tubo e la ghiera con cui lo strumento veniva collegato alla macchina parallattica di Starke. Sono di corredo allo strumento il treppiede di sostegno, un arco graduato di 20° per la misura delle posizioni angolari delle righe, il cannocchialino di scala, l’obiettivo collimatore originale e una mascherina da avvitare all’oculare per riparare gli occhi dalla luce solare diretta. Inoltre lo spettroscopio è corredato da 11 tubi di vetro, atti a contenere le sostanze chimiche di cui si voleva studiare o confrontare lo spettro, e dall’apposito sostegno a becco d’oca che serviva per reggerli.
funzione
Unendo il cannocchiale di Starke-Merz (macchina parallattica nuova) con lo spettroscopio a visione diretta (formando uno strumento che Lorenzoni chiamava telespettroscopio) fu possibile compiere studi della cromosfera solare all'interno del programma di lavori promosso dalla Società degli Spettroscopisti Italiani.
modalità d'uso
L’immagine del Sole, ingrandita dal telescopio, entrava nello spettroscopio. Tramite la fenditura, si selezionava un particolare del disco solare (ad esempio una protuberanza), che veniva focalizzata sul sistema di prismi. Lo spettro prodotto era quindi inviato al cannocchialino spettroscopico dove, tramite una seconda fenditura, si evidenziava solo la parte di interesse. Tenendo la prima fenditura sufficientemente larga, l’intera protuberanza cromosferica compresa entro la fenditura risultava in emissione e quindi visibile sullo sfondo nero della riga in assorbimento dello spettro solare.
ISCRIZIONI
posizione
Sulla prima cassa
ISCRIZIONI
posizione
Lungo il tubo dello strumento
trascrizione
spectroscope a vision directe/ par J. G. Hofmann/ a Paris.
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO *
FONTI E DOCUMENTI
genere
documentazione esistente
tipo
Contabilità - Registri
denominazione
Resoconti della dotazione dell’Osservatorio di Padova 1871 - 1880: Resoconto della dotazione annua 1875
nome archivio
Archivio Storico dell'Osservatorio Astronomico di Padova
posizione
OAPD, A.A., atti, contabilità, resoconti, b. XLVI
FONTI E DOCUMENTI
genere
documentazione esistente
denominazione
Inventario delle proprietà mobili dello Stato esistenti al 31 dicembre 1870 nell’Osservatorio Astronomico
nome archivio
Archivio Storico dell'Osservatorio Astronomico di Padova
posizione
archivio moderno, amm. contabilità, inventari
citazione completa
J. G. Hofmann, <i>Exposition Universelle de 1867, Classe 12, Instruments d’optique</i>, estratto da <i>Les Mondes: revue hebdomadaire des sciences et de leurs applications aux arts et a l’industrie</i>, XIV (1867)
citazione completa
G. Lorenzoni, <i>Osservazioni spettroscopiche del bordo solare fatte ne R. Osservatorio di Padova durante l’anno 1871</i>, in <i>Memorie della Società degli Spettroscopisti Italiani</i>, I (1872), p. 7-16;
citazione completa
G. Cacciatore <i>Rapporti sulle osservazioni dell’eclisse totale di Sole del 22 dicembre 1870</i>, Palermo, Stabilimento Tipografico Lao, 1872, p. 101;
citazione completa
G. Lorenzoni, <i>Aberrazione di rifrangibilità negli obbiettivi composti di due lenti, e sue conseguenze, specialmente nelle osservazioni spettroscopiche</i>, in <i>Astronomische Nachrichten</i>, 78 (1872), p. 289-292.
citazione completa
G. Lorenzoni, <i>Sulla eclisse parziale di Sole del 26 maggio 1873</i> in <i>Lorenzoni - Opuscoli</i>, Breara
citazione completa
Tacchini Pietro, <i>Il passaggio di Venere sul Sole dell'8-9 dicembre 1874 osservata a Muddapur nel Bengala</i> - <i>Relazione pubblicata a spese del Ministero della Pubblica Istruzione</i>, Palermo, Stabilimento Tipografico Lao, 1875, p. 47
citazione completa
Von Konkony, <i>Praktische Anleitung zur Anstellung Astronomischer Beobachtungen mit Beosonder Rucksicht auf die Astrophysik</i>, Braunschweig, F. Vieweg u. Sohn, 1883, p. 664 e seg.
citazione completa
Zanini Valeria, <i>Gli strumenti scientifici della Specola.</i> Catalogo in <i>La Specola di Padova. Da torre medievale a museo</i>, Padova, Signum Ediore, p. 150
MOSTRE
titolo
Starlight - la nascita dell'Astrofisica in Italia
luogo, sede espositiva, data
Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Padova - 21 marzo al 21 giugno 201
ANNOTAZIONI
osservazioni
Lo spettroscopio a visione diretta fu costruito da <b>J. G. Hofmann</b> e successivamente acquistato nel 1870 dalla Commissione Nazionale per Spedizione in Sicilia in occasione dell'eclissi di Solare di quell'anno. Inizialmente lo strumento aveva una dispersione di 10° ed era dotato di un cannocchialino che forniva un debole ingrandimento. Dopo 'esperienza siciliana <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=AST&ID=710">Giuseppe Lorenzoni</a>, astronomo e poi direttore dell'Osservatorio padovano, iniziò ad approfondire gli studi teorici di spettroscopia solare, che gran piede stavano prendendo in Italia grazie soprattutto all'opera di Angelo Secchi, pioniere dell'astrofisica moderna. Ben presto Lorenzoni capì che dalla combinazione dello spettroscopio di Hofmann con il <a href="http://www.beniculturali.inaf.it/sicap/opac.aspx?WEB=INAFS&TBL=PST&ID=28">cannocchiale di Starke-Merz</a>, la cui combinazione rappresentava per l'astronomo un solo strumento chiamato <b>telespettroscopio</b>, si sarebbe potuto ottenere un miglior rendimento. Così nel 1871 l'astronomo padovano, insieme ai meccanici della Specola, introdusse "una fessura nel piano focale del cannochialino, collo scopo di restringere il campo spettroscopico, riducendolo quasi ad una linea". La fessura era metallica e poteva essere "ristretta od amplificata a volontà mediante opportune viti" ed inoltre poteva ruotare "insieme col tubetto oculare in modo da prendere qualunque posizione rispetto alla direzione delle righe dello spettro". Approfondite ulteriormente le sue conoscenze, Lorenzoni commissionò, ai meccanici dell'Osservatorio, una serie di ulteriori migliorie portando l'ingrandimento del cannochialino a 17 scegliendo come collimatore una lente di circa 30 cm di focale.<br>Nel 1874 lo spettroscopio a visione diretta, insieme al cannocchiale di <b>Starke-Merz</b>, fu utilizzato anche dalla spedizione scientifica italiana, guidata da <b>Pietro Tacchini</b>, che si recò in India per l'osservazione del transito di Venere sul disco solare.