Nel 1595 entrò nell'ordine dei Gesuiti e tra il 1610 e il 1616 insegnò matematica e lingua ebraica a Ingolstadt. Giunto a Roma fu professore di matematica e astronomia dal 1624 al 1633, anno in cui si trasferì a Vienna per poi spostarsi, nel 1639 nel collegio dell'Ordine di Nysa.
Descrisse l'uso del pantografo e si interessò di ottica. Pubblicò numerosi studi di astronomia, in particolare sulle macchie solari. Con la pubblicazione dell'opera Rosa Ursina sive Sol del 1630 entrò in forte disputa con Galilei. Sostenne le teoria tolemaica sull'immobilità della Terra in contrasto con le nuove idee copernicane e con le dimostrazioni di Galilei, come attestato dall'opera Prodromus de Sole mobili et stabili Terra contra Galileum de Galilei pubblicata postuma nel 1651.