La scultura ha origine nell'ambito del corso di Tecnologia dei materiali, tenuto da Christian Leperino, della Scuola di Scultura dell'Accademia di Belle Arti di Napoli.
Il lavoro, condotto a partire da un calco integrale di modello vivente, si è sviluppato attraverso un lungo e serrato dialogo con la materia, un esercizio sulla fisicità dei materiali che ha offerto suggerimenti e occasioni di nuovi sviluppi per la "formazione" dell'organismo plastico.
In quest'opera - attraverso la pratica del "sezionamento" del corpo della scultura, l'innesto di frammenti anatomici e di elementi inorganici che richiamano i volumi semplificati di uno skyline urbano - viene sviluppata e tradotta in forme estetiche la riflessione sul rapporto tra architettura contemporanea, e in modo particolare l'architettura delle periferie metropolitane, e i (disattesi) bisogni umani.
Nello spazio urbano disseminato di "scatole di cemento" trionfa la frammentazione, la mancanza di relazione tra gli elementi urbani e tra le persone che vi abitano. Anche il sistema fisiologico e cognitivo dell'essere umano non può non registrare il malessere che ne deriva.
Human Space dunque è frutto di una ricerca che - raccogliendo le sollecitazioni delle più attuali discussioni scientifico/filosofiche internazionali - tocca alcuni fondamentali nodi critici riguardanti l'identità umana e quella urbana.