La graduazione del circolo a riflessione va da 0º a 720º, facendo risparmiare all’osservatore la moltiplicazione per due, il diametro è di 250 mm, ogni grado è diviso in 3 parti (20’), con il nonio diviso in 40 parti si leggono i 30”. Sul circolo scorrono due bracci mobili, il primo che abbraccia l'intero circolo reca da un lato il cannocchiale, che presenta un'apertura da 10 mm e una distanza focale di 140 mm. Con questo strumento poi, avendo il cannocchiale e lo specchietto mobile imperniati indipendentemente, poteva applicarsi il metodo della ripetizione, aumentando cosi la precisione della misura.
Questo tipo di strumento fu introdotto nella seconda metà del Settecento come strumento nautico. A quel tempo non erano ancora disponibili orologi trasportabili di sufficiente precisione e il “problema delle longitudini” attendeva ancora una soluzione. Il perfezionamento della teoria del moto della luna aveva però fatto intravede un metodo promettente, anche se laborioso: quello delle distanze lunari. Si trattava cioè di misurare la distanza angolare della luna da alcune stelle brillanti; dato il rapido moto della luna rispetto alle stelle, si poteva in questo modo, confrontando le osservazioni con opportune effemeridi, avere una determinazione del tempo di precisione sufficiente per gli usi nautici. Lo strumento in uso a quel tempo per misurare angoli in mare era l’ottante, ma questo aveva una precisione insufficiente e un lembo graduato di ampiezza modesta. Si cominciarono quindi a costruire strumenti sempre a riflessione, ma dotati di un intero circolo graduato: il circolo a riflessione appunto, strumento usato per le osservazioni dove era richiesta una precisione più spinta che con gli ordinari ottanti.