Il micrometro poteva essere applicato al Merz-Repsold mediante una flangia a baionetta alla quale è fissato il cerchio di posizione. Il cerchio ha una gradazione in argento suddivisa in intervalli di 20' con indicazioni numeriche ogni 10 gradi. L'angolo di posizione viene letto per mezzo di microscopi opposti posizionati su due noni fissati alla parte mobile del micrometro. Ciascun nonio permette di leggere 1'.
La parte mobile del micrometro può ruotare liberamente in un piano perpendicolare all'asse ottico del telescopio. Serrando una vite di blocco si può azionare un movimento fine di rotazione, ottenuto per mezzo di una vite senza fine che ingrana su di un ingranaggio elicoidale solidale alla parte mobile del micrometro. Inoltre, tale elemento strutturale, che è costituita da una scatola metallica che contiene cinque fili fissi e tra loro paralleli, può essere anche spostato trasversalmente rispetto all'asse ottico per mezzo di una lunga vite. Perpendicolari ai tali fili vi è un filo mobili, che può essere spostato grazie a una vite micrometrica e un tamburo graduato, che consente di misurare la differenza di declinazione di due astri. Vi sono inoltre quattro fili, tutti paralleli al filo mobile e tutti movibili grazie a una seconda vite micrometrica.
A lato della scatola sporgono i tamburi delle due viti che spostano le slitte dei fili mobili. Ciascuna testa consiste di due cilindri concentrici divisi in 100 intervalli: un giro completo di un cilindro determina l'avanzamento di una divisione dell'altro. Il reticolato, formato dai due gruppi di cinque fili ciascuno, serviva da riferimento nella stesura della mappa celeste.
Sulla faccia anteriore della scatola si trova il porta oculare, sorretto da due slitte mosse da altrettante viti lungo due direzioni fra loro ortogonali, in modo da render possibile una rapida ispezione di un'ampia zona celeste, grazie anche agli oculari a debole ingrandimento (inferiore ai 200x) aventi un campo di circa 20'.
Lo strumento fu ordinato da Giovanni Celoria (1842-1920) alla fine del 1909 e arrivò a Milano, presso l’osservatorio di Brera, nel 1911. Applicando questo nuovo strumento al telescopio Merz-Repsold, gli astronomi si proponevano di effettuare misure accurate sui pianetini. Il primo che si dedicò a questa opera fu Johann Palisa (1848-1925) il quale aveva intrapreso, da qualche anno, una ricerca sistematica di nuovi pianetini riuscendo a scoprirne oltre un centinaio. La tecnica usata consisteva nel confrontare al telescopio zone celesti poste lungo l'eclittica con le corrispondenti mappe. Se, invece, non si disponeva di carte adatte occorreva tracciarle misurando, con estrema cura, le posizioni relative delle stelle. I micrometri filari di Merz non erano adatti a questo lavoro poiché avevano sia una struttura meccanica che un corredo di oculari a forte ingrandimento e piccolo campo, inadatti allo scopo. Pertanto, Palisa progettò e fece costruire un micrometro con caratteristiche adatte a questo particolare impiego. Pochi anni dopo la tecnica visuale di ricerca di pianetini venne tuttavia completamente sostituita da quella fotografica.
L'esemplare acquistato da Brera venne costruito a Vienna sotto la supervisione di Palisa il quale istruì Luigi Gabba al suo impiego.