Telescopio equatoriale di Fraunhofer

Osservatorio Astronomico di Capodimonte
1814
Museo degli Strumenti Astronomici
Monaco di Baviera, 1814
Fraunhofer, Joseph von
Reichenbach, Georg Friedrich von Diametro obiettivo: 17.5 cm
Distanza focale: 302 cm
Ghisa, ottone, acciaio, alluminio, argento, legno di palissandro

Funzione:

Telescopio rifrattore equatoriale con obiettivo acromatico con cercatore in tubo di alluminio di 9cm di apertura.
Era usato per osservazioni visuali e fotometriche di stelle e pianeti.

Iscrizioni:

I cerchi sono stati lavorati da Secretan in Parigi

Annotazioni storiche:

"Il più grande che esista, un autentico capolavoro", questo telescopio fu acquistato da Federigo Zuccari per la Specola di Capodimonte, e giunse a Napoli ancor prima del completamento della fabbrica.
"Un pezzo di orologeria tutto particolare, applicato a questo cannocchiale, segue da solo il movimento del primo mobile senza scossoni, senza sobbalzi, così che l'astro, una volta posto al centro del campo del cannocchiale, vi appare come immobile e lo si può osservare più ore di seguito senza toccare il cannocchiale".
Il telescopio fu collocato da Giuseppe Piazzi nella sala centrale della Specola, non essendoci altro spazio idoneo. "La sala di mezzo riceverà la luce dall'alto, e in essa penso di collocare il gran cannocchiale di Reichenbach, montato su macchina parallattica con orologio. Esso sarà probabilmente nell'Osservatorio come l'asta di Achille nel museo di un antiquario. La lente oggettiva è piena di bolle, i movimenti complicati, il tutto pesantissimo e veramente teutonico".
Nel 1834, Ernesto Capocci fece montare "sotto la piccola cupola orientale l'equatoriale di Fraunhofer, togliendone l'altazimut di Reichenbach [da cedere] all'Osservatorio di Marina insieme al piccolo ripetitore dello stesso Reichenbach; ma in tal posto il Fraunhofer non potette mai esser seriamente adoperato ; non solo per le piccole dimensioni della cupola, ma ancora e principalmente perché sulla base, tornita dallo stesso costruttore, corrispondeva ad una latitudine assai differente da quella di Capodimonte; né a tale inconveniente si pensò allora di ovviare".
Annibale de Gasparis offrì l'equatoriale per le osservazioni dell'eclisse totale di Sole del dicembre 1870 organizzate in Sicilia. A tal proposito chiese ed ottenne un contributo per la realizzazione della montatura equatoriale. I cerchi graduati furono dati alla ditta Secretan di Parigi per essere rinnovati. Ma non furono consegnati in tempo a causa di eventi bellici e il telescopio non fu trasferito in Sicilia, suscitando la delusione di Tacchini che scrisse: "l'impegno dei signori di Napoli non fu altro che quello di aver denari per accomodarsi la macchina che non è venuta". Lo strumento fu spostato nella sala delle colonne, dove "privo anche della base, rimase allora interamente smontato".
Sul finire dell'800, il direttore Emanuele Fergola, per trovare un'adeguata sistemazione al telescopio, fece costruire la torretta occidentale e chiese al meccanico Pasquale Moreno di dotarla di una cupola girevole.
Nel 1914 il telescopio partecipò alla spedizione a Teodosia, in Crimea, per l'osservazione dell'eclisse di Sole del 21 agosto. "La nostra istallazione italiana à stata la migliore, e per importanza di istrumenti montati e per numero di osservatori era guidata dagli astronomi Mengarini, Riccò e Taffara.
Azeglio Bemporad, nel 1928, lo definì strumento "preistorico", il più piccolo nel suo genere tra tutti gli osservatori italiani. Ne fece, però, ripulire la lente obiettiva e ne perfeziò il meccanismo ad orologeria.
Nel 1929 il telescopio giaceva, di nuovo, inutilizzato nella sala centrale dell'Osservatorio.
Nel gennaio 1936, lo strumento equatoriale fu usato per osservare l'eclisse totale di Luna.