Levo gli occhi a due profondi occhi di cui non posso distinguere il colore, in quest'ombra della Luna cupa; di cui non saprò mai il colore: la dottoressa Maria Viaro, bella, dal nome dolce, musicale, dannunziano. Mi pare tuttavia che saluti con un (a+b)²: a² +2 a b + b². La vedo al telescopio, ancora, questa fanciulla innamorata degli astri.
Figlia di Bortolo, si laureò in fisica all'Università di Napoli nel 1928. Prestò servizio di assistente volontaria e poi di calcolatrice presso l'Osservatorio di Napoli, occupandosi del Catalogo Astrofotografico di Catania e di ricerche fotometriche. Fu impegnata anche nel riordino della biblioteca e nelle osservazioni della Luna e dei pianeti con lo strumento dei passaggi di Bamberg.
Nel 1933 vinse il concorso per assistente a Capodimonte e nel 1937 si trasferì a Firenze. Qui si occupò soprattutto di fotometria sia di stelle variabili che della corona solare.
Nel 1935 conobbe Aurelio Navarria (1897-1977), scrittore siciliano, che sposò nel 1940. Per motivi familiari, nell'ottobre 1943 lasciò con rimpianto l'Astronomia, che diveniva per me un impegno troppo grave per dedicarsi all'insegnamento della fisica e della matematica nel liceo Michelangelo di Firenze fino al 30 settembre 1971.