Giuseppe Cavignato fu allievo e successore, dal 1877, di Paolo Rocchetti alla guida dell'Officina meccanica della Specola di Padova. Durante gli anni della sua formazione egli allestì le montature che servirono alla strumentazione utilizzata durante la spedizione italiana in India per l'osservazione del passaggio di Venere sul Sole del 1874. I lavori realizzati in questa occasione misero in luce le sue grandi capacità tecniche. In seguito, l'Osservatorio di Catania gli commissionò la montatura per un grande equatoriale da installare nella nel nuovo Osservatorio etneo. Tuttavia, a quel tempo l'officina della Specola, che si trovava al primo piano della torre, non era in grado di ospitare strumenti di così grande mole, e neppure le macchine idonee a realizzarli. Così, su suggerimento dell'astronomo aggiunto Antonio Abetti, il direttore Giuseppe Lorenzoni prese accordi con la Società Veneta per imprese e opere pubbliche, che aveva appena acquisito una nuova sede di fianco alla Specola, stabilendo una collaborazione fra i due enti in materia di fabbricazione di strumentazione astronomica. Dai nuovi locali della Società Veneta, ampi e moderni, uscirono sia gli strumenti d'uso funzionale per la Specola sia montature equatoriali tra le più grandiose dell’epoca. Il Cavignato fu nominato direttore tecnico della nuova Officina, con uno stipendio di L. 2600 annue, oltre alla partecipazione agli utili. Gli astronomi della Specola, e in particolare il Direttore, fornivano la consulenza scientifica.
Nel 1897 il Cavignato fu pressoché sostituito nelle sue funzioni dal suo allievo Sante Mioni, assunto come apprendista nel 1874 alla giovane età di undici anni, il quale lo sostituì nella direzione nel 1909, quando il Cavignato si ritirò a seguito di un progressivo indebolimento della vista. Coadiuvato dai figli, il Cavignato continuò comunque a dedicarsi al commercio di strumenti di precisione, di macchine fotografiche e di ottica in genere. Morì nel 1919 a seguito di una breve malattia.