Macchina parallattica di Mégnié

Data1784
realizzato aParigi, Verona
Lo strumento presenta una montatura di tipo equatoriale, dove l’asse principale, attorno al quale può ruotare lo strumento, non è verticale ma inclinato in modo tale da puntare sempre verso il polo nord celeste. Grazie a ciò la compensazione della rotazione diurna può essere ottenuta ruotando lo strumento attorno a questo asse.
Il cerchio di ascensione retta è diviso in 360°, con un’indicazioni numerica ogni 10°. Sul braccio dell’alidada è presente un nonio che permette la lettura dei 5'. È presente anche una seconda numerazione, che utilizza i numeri romani, che indica le ore di ascensione retta; la numerazione va da I a XII e riprende da I a XII.
Il bordo dell’asse orario è filettato e agendo su una vite, tangente all’asse stesso, è possibile modificarne l’inclinazione, rispetto alla verticale, di un angolo compreso tra 30° e 58°. L'inclinazione viene letta su un arco posto all'estremità dell'asse e recante una scala divisa in intervalli di 30', numerati ogni 5°. Anche in questo caso un nonio permette la lettura minima di 2' (il nonio porta indicazioni numeriche ogni 10'). All'estremità di un asse perpendicolare all'asse orario e all'esterno del cerchio di ascensione retta si trova il cerchio di declinazione, anch’esso diviso in 360°. Su un braccio mobile è presente un nonio che permette la lettura dei 15'. La numerazione è da 0° a 90°, da 90° a 0°, e nuovamente da 0° a 90° e da 90° a 0°, e le indicazioni numeriche sono ogni 10°.
Il telescopio aveva un obbiettivo acromatico a tre lenti, con una lunghezza focale di 1.2 m (3.5 piedi) e un'apertura di 8.4 cm (3 pollici) ed era attaccato all'asse di declinazione, all'estremità opposta rispetto al cerchio di declinazione. In questo modo poteva essere puntato ad ogni altezza, superando le limitazioni delle precedenti montature parallattiche. Attualmente il telescopio montato è stato ricostruito a somiglianza dell'originale durante i lavori di restauro della macchina parallattica, avvenuti ad opera dei Sigg. Domenico Gellera e Nello Paolucci.
Lo strumento venne realizzato nell'officina di Mègniè a Parigi. La macchina parallattica faceva originariamente parte dell’attrezzatura dell’osservatorio privato di Antonio Cagnoli, diplomatico veronese che si dedicava all’astronomia. Nonostante il Cagnoli fosse un astronomo amatoriale i suoi risultati erano di altissimo livello, tanto che era tenuto in grande stima dai maggiori scienziati francesi dell’epoca.
Durante i bombardamenti di Verona del 1796, operati da Napoleone Bonaparte, nel corso della campana d’Italia, l’osservatorio di Cagnoli venne danneggiato seriamente come alcuni dei sui strumenti. Lamentandosi dell’accaduto con l’amico Lalande, questi riferì l’accaduto direttamente a Napoleone, il quale si elesse come protettore dell’astronomo veronese e gli ripagò abbondantemente i danni subiti. Ben presto Napoleone pretese che l’astronomo si trasferisse a Milano capitale del nuovo Regno d’Italia. Cagnoli non poté sottrarsi all’imposizione di Bonaparte e a suo malgrado, dopo aver ripartito la sua strumentazione tra l’Osservatorio di Bologna e quello di Brera, nel 1797 si trasferì nella città lombarda dove fu assegnato all’Osservatorio milanese. In particolare, la sua macchina parallattica, dopo essere stata riparata dal meccanico dell’Osservatorio di Brera Giuseppe Megele, venne posizionata nella torretta a Sud-Est al posto della macchina parallattica di Adams.
Persone correlate
Dettagli
Materia e tecnica
Ottone
Misure
Cerchi : diametro 41 / Obiettivo : diametro 8,4 ; focale: 120
Categoria
Astronomia
Definizione
Telescopio
Bibliografia
J. J. Lalande, Astronomie, vol.4, Parigi 1781, pp. 669, 670
Miotto E., Tagliaferri G., Tucci P., La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera, Milano 1989, p. 47
Tucci P., I cieli da Brera: astronomia da Tolomeo a Balla, Milano 2000
Carpino M., Osservatorio Astronomico di Brera, Breve storia attraverso i suoi strumenti edito Scienza Express, Milano 2011, pp. 23, 24
Autore schedaMattavelli, Marcella