Telescopio rifrattore di Merz

Data1863 - 1865
realizzato aMilano, Monaco
Il tubo del telescopio, di legno d’abete e di mogano, è sostenuto da una montatura equatoriale. Esso è alloggiato in una culla d’ottone, come in tutte le montature di tipo tedesco, ad una delle estremità dell’asse di declinazione che a sua volta scorre in una guaina fissata all’estremità superiore dell’asse orario, il quale, perpendicolare al primo, è diretto verso il polo celeste Nord. All’estremità libera dell’asse di declinazione si trova il cerchio di declinazione, mentre il cerchio di ascensione retta è posto all’estremità inferiore dell’asse orario. L’osservatore, rimanendo all’oculare, poteva impartire movimenti micrometrici al telescopio per mezzo di due lunghe aste.
Il moto orario era regolato da un dispositivo a orologeria a caduta di pesi simile a quello di Fraunhofer (Merz era ritornato a quel sistema dopo aver introdotto, senza successo, un regolatore del movimento costituito da un pendolo conico): le annotazioni di Schiaparelli mostrano però che non funzionava molto bene e aveva bisogno di essere regolato spesso (questo difetto sembra fosse comune negli strumenti di Merz di quel periodo).
La montatura appoggia su una base piramidale di ferro costruita dalla Tecnomasio di Milano e il tutto era equilibrato da contrappesi.
L’obbiettivo è un doppietto di 218 mm di apertura e 3,15 m di lunghezza focale (f/14.5). Come per altri strumenti, dai risultati ottenuti da varie misurazioni compiute con questo strumento è stato possibile ricavare la sua risoluzione effettiva la quale era abbastanza vicina alla risoluzione teorica, che secondo il criterio di Rayleigh ed è pari a 0.”6 (per una lunghezza d’onda di 560 nanometri). L’obbiettivo mostra una leggera colorazione verde che era già presente ai tempi di Schiaparelli. È un obbiettivo di tipo acromatico nella regione rosso-verde dello spettro, mentre produce un eccesso di azzurro nelle altre bande dello spettro elettromagnetico. Schiaparelli correggeva tale l’effetto utilizzando un filtro giallo carico o arancione.
Il telescopio è dotato di un cercatore e di un dispositivo di illuminazione e dei fili del micrometro, costituito da due lampade (i fori di ingresso della luce nel tubo del telescopio potevano essere schermati con filtri colorati, montati su un cerchio).
Il telescopio era corredato anche di due micrometri a filo mobile, di un micrometro anulare, di 13 oculari, 7 positivi e adattabili al micrometro filare (con ingrandimenti compresi fra 87 e 690) e 6 negativi (con ingrandimenti da 67 a 468).
Nell’agosto del 1862 Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910) divenne direttore dell’Osservatorio di Brera, e una delle sue prime azioni fu ordinare alle officine Merz un telescopio rifrattore in montatura equatoriale.
Da tempo era molto sentita la necessità di un nuovo strumento che era stato richiesto inutilmente più volte al governo austriaco, sempre meno impegnato nello sviluppo di questa parte dell’impero. Nel 1859, con l’armistizio di Villafranca, la Lombardia veniva annessa al Piemonte e il nuovo governo dimostrò subito una maggiore sensibilità per i problemi dell’Osservatorio, tant’è che la stessa nomina di Schiaparelli doveva costituire un segno di rinnovamento. La richiesta per un nuovo strumento fu accolta rapidamente, grazie anche all’interessamento di Quintino Sella, scienziato e ministro delle finanze del Regno d’Italia. Particolarmente Sull’approvazione dell’acquisto pesò il prestigio recentemente conquistato da Schiaparelli con la scoperta di un nuovo pianetino, Esperia, avvenuta la sera del 29 aprile 1861.
Nell’estate del 1865 il nuovo rifrattore giunse a Brera, e Schiaparelli decise di collocarlo nella torre Nord-Est, al posto della montatura provvisoria costruita per uno specchio di Amici, mai utilizzato pienamente. Tuttavia, per ospitare il nuovo grande strumento era necessario costruire una nuova cupola della quale il neodirettore si era già preoccupato a partire dal 1863 richiedendo svariati progetti. Sfortunatamente il costo di questo lavoro superava di gran lunga i finanziamenti accordati dal governo.
Solo nel 1873 vennero stanziati i fondi necessari e i lavori poterono cominciare, finendo l’anno successivo. Alla fine del 1874 il telescopio era finalmente posto nella nuova cupola, e le osservazioni regolari cominciarono nel febbraio 1875, dopo un periodo preliminare di verifiche dello strumento. Nelle intenzioni iniziali, il telescopio doveva essere usato per osservazioni di pianetini, comete e stelle doppie, ma con il nuovo telescopio Schiaparelli iniziò anche, in maniera del tutto casuale, una lunga serie di osservazioni planetarie che l’avrebbero reso famoso fra il grande pubblico. Oltre alle determinazioni, di grande interesse astronomico, dei periodi di rotazione di Venere e Mercurio, Schiaparelli osservò lungamente Marte, a partire dall’opposizione, particolarmente favorevole del 1877.
Persone correlate
Dettagli
Materia e tecnica
Legno, ottone
Misure
Tubo del telescopio : diametro all'obbiettivo 21,8 ; lunghezza 315
Categoria
Astronomia
Definizione
Telescopio
Bibliografia
W. Chauvenet, A manual of spherical and practical astronomy. vol.2 in Theory and use of astronomical instruments, New York 1960
G.V. Schiaparelli, Osservazioni sulle stelle doppie. Serie prima comprendente le misure di 465 sistemi eseguite col refrattore di otto pollici di Merz negli anni 1875-1885, Pubblicazioni del Reale Osservatorio di Brera in Milano, 1888, XXXIII, in Le opere di G.V. Schiaparelli, Milano 1935, pp. 9-262
Miotto E., Tagliaferri G., Tucci P., La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera, Milano 1989, pp.53 - 54 e pp. 64 - 65
Tucci P., I cieli da Brera: astronomia da Tolomeo a Balla, Milano 2000
Autore schedaMattavelli, Marcella