Orologio astronomico di Chlasner

Data1567
realizzato aInnsbruck
CostruttoriOswald Klossner
L'orologio, superbamente decorato, ha una pregevole fattura artistica. La cesellatura è raffinata e curata nei dettagli, segno del grande gusto stilistico del costruttore.
Il trono ha una elegante lavorazione con soggetti fito-zoomorfi e con le cornici laterali completate da piccole lucertole (ne restano solo due). al centro delle facce principali è inciso un medaglione sorretto da due angeli. Quello sulla faccia posteriore è sovrastato da un Cristo bambino con in mano il globo crucigero, simbolo del dominio di Cristo sul mondo. sui lati minori del trono ci sono due piccoli medaglioni con un volto maschile in altorilievo, in un caso sovrastato da un pavone nell'altro da una melusina, ossia una sirena bifida.
Il quadrante sulla faccia principale indica sulla cornice esterna le ore diurne e quelle notturne. La lancetta delle ore ha una foggia spiritosa ed elegante a forma di alligatore.
Il quadrante dell'orologio è un astrolabio quimpartium, in arabo khumsi, cioè con una piastra a 18 almucantarat.
La piastra è costruita per essere usata in località con latitudine di 48°, come Parigi e Vienna. Oltre alle linee dell'orizzonte, degli almucantarat e dei circoli verticali, nonché delle ore notturne, sulla shafiah sono indicate le 12 linee, centrate nel punto Nord sull'orizzonte e indicate ciascuna da un numero identificativo, note in letteratura come case oroscopiche o zodiacali.
Il ragno, in arabo alancabuth, ha una struttura semplice ma al contempo elegante. Il disco centrale contiene un braccio, segnato sol e terminato dal disco del Sole, per segnare il tempo solare medio. Manca l'asta graduale diametralmente opposta. Sul disco c'è un calendario lunare e su esso un ulteriore disco con il diagramma degli aspetti e la rappresentazione delle fasi lunari, manca il braccio che indica la posizione della luna.
Le traverse interne all'arachnea, di forma varia, riportano 19 fiammelle le cui dimensioni sono indice della magnitudine delle stelle che indicano:

humerus equii ; cande cetto ; candi a ; muscid pagasi ; curs aquari ; ult vola ; capi dari ; palma simistra ; corona september ors ; candi urs maior ; spige virg ; lucida hidrs ; canis maior ; canis minor ; hircus ; dextru humoru ; sinstr ; ocule taure ; venter

Sotto l'astrolabio ci sono due piccoli quadranti. A sinistra c'è un calendario perpetuo per gli anni tra il 1567 e il 1583 indicando il giorno della settimana - Tag - la settimana - Wochen - il numero aureo - Gulden Zal - la lettera domenicale - Suntag Buc - e l'anno - Jar Zal; A destra sono riportati i valori del ciclo solare, Son Zirc, l'indizione romana, Rom Zins Zal e un numero, Schlisel Zal, per il calcolo della Pasqua.
Sulla faccia posteriore, il grande quadrante manca del disco centrale e della lancetta. L'anello inferiore segna le ore diurne e notturne. Segue un anello circolare con movimento ad orologeria che rappresenta un calendario perpetuo. Su ciascun lato della corona sono riportati i dati relativi a sei mesi. Ad ogni giorno di ciascun mese è associata la relativa lettera domenicale; inoltre sono indicate le ricorrenze più note dei santi.
I quadranti in basso indicano, a partire da sinistra verso destra, un orologio, a cui manca la lancetta, per le ore diurne, in numeri romani, e notturne, in numeri arabi. Il quadrante centrale indica sulla corona esterna i giorni della settimana: Son, Monta, Erchtag, Mitwoc, Donstag, Fritag, Samst, su quella interna i nomi dei pianeti: Sol, Luna, Mars, Mercu, Iupite, Venus, Satur. L'ultimo quadrante, privo dellì'indicatore, riporta i segni zodiacali.
Sulle facce laterali sono riportati due quadranti per parte, tre dei quali sono orari, il quarto riporta al centro, lungo una linea a spirale, l'indicazione delle 12 ore diurne e notturne. I due anelli esterni, su cui si muove una piccola lancetta solidale al disco centrale, riportano incisi i giorni della settimana e i i nomi dei pianeti con i relativi segni astronomici.
Tre fori a scomparsa, due sul lato corto di destra e il terzo su quello di sinistra, evidenziano gli assi per la carica dell'orologio.
Dagli libri d'inventario e dai giornali di entrata ed uscita dell'Osservatorio, l'orologio di Chlasner è custodito dalla Specola napoletana sin dalla fondazione.
In una nota del 1815 di Federigo Zuccari al presidente della Commissione della Istruzione Pubblica, dove elenca la dotazione strumentale dell'Osservatorio di S. Gaudioso, è scritto che Vari orologj comuni di tavolino di diverse forme, che per tradizione si sa essere stati un giorno nella Regia di Capo di monte, e poi ceduti da S. M. al lodato defonto Astronomo S.r Cassella ... sono inservibili anche soltanto ...per gli usi civili.
Insieme al globo di Roll-Reinhold, proviene dalla Galleria delle cose rare di casa Farnese, una sorta di Wunderkammer voluta da Ranuccio II (1630-1694), duca di Parma e Piacenza, nel palazzo della Pilotta a Parma.
Molti oggetti, raccolti nella residenza parmense e inventariati in un documento del 1708, provenivano dalla varie residenze della famiglia Farnese, soprattutto dai palazzi romani, e, dopo il 1644, raccolti in un unica grande collezione.
In questo inventario oltre agli elenci degli oggetti esposti, si descrivono anche le loro collocazioni. Si descrive che sulla parete destra era stati collocati dieci armadi. Se nel primo vi erano sfarzosi orologi contenuti in casse di ebano e impreziositi da pietre dure di gran valore, nel quinto erano stati sistemati orologi ancor più importanti e sontuosi, tra essi ... un orologio fatto a torre d'ottone dorato, verosimilmente l'orologio di Chlasner.
Carlo di Borbone (1716-1788), figlio di Filippo V (1683-1746), re di Spagna, e di Elisabetta Farnese (1692-1766), duchessa di Parma e Piacenza, per le disposizioni adottate dal trattato di Vienna ricevette in eredità la ricca collezione della famiglia Farnese. Quando, nel 1735, divenne re di Napoli e Sicilia portò con sé le collezioni parmensi di quadri e di oggetti rari.
Nella lettera del 9 maggio 1756 di padre Giovanni Maria della Torre (1710-1782), docente di fisica e matematica, "custode" della Real Biblioteca e direttore della Stamperia Reale, indirizzata al ministro Bernardo Tanucci (1698-1783), dove descrive lo stato di conservazione degli oggetti farnesiani spostati dal palazzo reale alla reggia di Capodimonte per l'allestimento del Real Museo di Capodimonte, si cita espressamente il globo celeste, ma c'è una sommaria descrizione dei Molti orologi di legno e metallo.
Nel 1808 il soprintendente generale dei Reali Musei, ed antichità del Regno, Felice Nicolas (1763?-1846), consegnò alcuni strumenti di uso scientifico all'Osservatorio Astronomico di Napoli e tra essi un orologio da tavolino dorato alto 1. 1/2 palmi, ossia circa 39cm, che corrispondono fedelmente alle dimensioni di questo orologio.
Nel 1948 Luigi Carnera, direttore dell'Osservatorio, chiede al Ministero della Pubblica Istruzione di disporre per il globo e l'orologio di Chlasner "... due oggetti antichi preziosissimi sulla cui custodia è dato di temere..." che vengano "conservati in deposito provvisorio presso..." il Museo di San Martino.
Persone correlate
Dettagli
Materia e tecnica
bronzo dorato
Categoria
Astronomia
Definizione
Orologio astronomico
Bibliografia
La Collina di Urania, a cura di M. Rigutti, Napoli, Elio de Rosa Editore, 1992, n.77
Gargano, Mauro, La danza delle ore, in: La voce di Hora, n. 40, 2016, pp.5-17
Herders Conversations-Lexikon. Vol. 3, 1855, Freiburg im Breisgau, Herder'sche Verl.-Handlung, p.406
La Lande, Jérôme de, Voyage d'un françois en Italie, fait dans les années 1765 et 1766. Vol. 6, 1769, a Venise, et se trouve à Paris, chez Desaint, pp.166-167
Martino, Linda, Dalla "Galleria delle cose rare" di Parma al Museo di Capodimonte: gli oggetti d'arte di casa Farnese, in: La collezione Farnese, Napoli, Electa-Napoli, 1996, pp.119-129
Nicolini, Tito, e Fichera, Elio, Globo celeste Roll-Reinhold 1589 ed orologio antico Chlasner 1567 dell'Osservatorio di Capodimonte, in: Atti dell'Accademia Pontaniana, n.s., vol. 11, 1962, pp.3-12
Olostro Cirella, Emilia, Per una storia dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte: gli anni dal 1735 al 1812, in: Memorie della Società Astronomica Italiana, vol. 66, 1955, pp.795-812
Autore schedaMauro Gargano