il telescopio con obiettivo acromatico e montatura equatoriale è montato su una struttura in mogano. Sul tubo ottico è montato un piccolo contrappeso e il cercatore. La manopola per i movimenti micrometrici è tronca. Il tubo oculare è telescopico ed è composto da due lenti.
Lo strumento apparteneva al laboratorio di strumenti scientifici di
Giovanni Vivenzio (174?-1817), amico e corrispondente di
Giuseppe Piazzi. Egli si affermò, giovanissimo, nei campi delle lettere, scienze e soprattutto della medicina, divenendo ben presto docente presso l'Università napoletana, oltreché illustre scienziato e letterato. Insegnò: chirurgia, ostetricia, anatomia e fisica sperimentale e fu direttore dell'
Ospedale degli Incurabili e dei
Reali Ospedali Militari delle due Sicilie.
In una lettera dell'ottobre 1787 indirizzata all'astronomo di Brera de Cesaris,
Cassella scriveva che
il Sig.re Cav. Vivenzio, ... avea accresciuto il suo prezioso gabinetto di una sfera ben lavorata, e d'un sistema Planetario ben ideato, e con molta accuratezza eseguito da valenti artefici Inglesi. Aspetta un gran telescopio dollondiano, un orologio del famoso Arnold, e un quadrante mobile.
Il 16 marzo 1813 Federico Zuccari pagò 800 ducati per acquistare il
pendolo di Arnold per l'Osservatorio di S. Gaudioso.
Alla morte di Vivenzio, gli eredi vendettero tutta la collezione degli strumenti scientifici.
Nel 1827
Niccolò Cacciatore, direttore della specola di Palermo, (1780-1841) comprò dalla signora Marianna Martinetti alcuni strumenti della collezione di Vivenzio: un piccolo telescopio di Berge (1820), il piccolo strumento universale di Ramsden (1780) e una elegante bussola di Peter Dollond. Strumenti che Piazzi avrebbe voluto per l'osservatorio di Napoli.
L'elegante orologio di Josiah Emery realizzato per Vivenzio verso il 1792 è invece parte della collezione della casa antiquaria "Auktionen Dr. Crott" di Mannheim.
Questo telescopio era conservato nei depositi del
Museo di Capodimonte