Il quadrante mobile poteva essere orientato in qualunque direzione del cielo.
Questo quadrante, con raggio pari a 4 piedi parigini (circa 120 cm) ha la struttura in ferro battuto, mentre la parte incisa del lembo è in ottone. La divisione del lembo, eseguita secondo le istruzioni del matematico Bernardino Zendrini, cui lo strumento apparteneva in precedenza, è ripartita in 64 parti, ciascuna ulteriormente suddivisa in 8, sia nel bordo interno che nel bordo esterno. Le due scale, interna ed esterna, sono collegate tra loro mediante la suddivisione "delle trasversali", un metodo introdotto da Tycho Brahe per ottenere una precisione maggiore nella lettura della scala.
Al quadrante è associato un cannocchiale di 130 cm di lunghezza focale, il cui obiettivo non acromatico, di apertura di circa 4 cm, reca la firma "Domenico Selva di Venezia".
Il quadrante faceva parte della strumentazione appartenuta al soppresso Collegio dei Gesuiti di Venezia e fu acquistato usato nel 1778 assieme a un quadrante più piccolo dello stesso Zendrini, ora perduto, e all’orologio a pendolo di Astori. Giunse in cattive condizioni e, riadattato per l’uso, fu dotato di nonio. Per esso il meccanico Gian Battista Rodella realizzò un grosso treppiede, ora perduto, in legno di olivo legato da catene di ferro e dotato di tre rotelle mobili, per favorirne gli spostamenti.