Gli archivi storici degli Osservatori: storia di un riordino
Gli Osservatori astronomici sono fra le più antiche istituzioni di ricerca scientifica operanti in Italia; risalenti spesso al XVIII secolo essi conservano un patrimonio archivistico, librario e di strumentazione scientifica di altissimo valore. Alcune sedi poi, che si sono mantenute tali fin dalla fondazione, sono edifici storici di grande valore artistico: Palazzo Brera a Milano, la Torlonga a Padova, la Specola di Capodimonte a Napoli, Palazzo Poggi a Bologna e la Torre Pisana di Palazzo dei Normanni a Palermo.
Gli archivi degli Osservatori, conservando documentazione relativa tanto alle osservazioni astronomiche e meteorologiche quanto ai carteggi degli astronomi, sono una miniera di notizie non solo scientifiche ma anche di natura privata, politica e sociale, che ci consentono una maggiore conoscenza, oltre che dell'evoluzione e l'espansione del pensiero scientifico, della Storia.
Le serie delle osservazioni meteorologiche, ad esempio, assumono oggi una grande importanza scientifica nel campo della climatologia. Tutti i progetti scientifici sulla ricostruzione dei climi del passato sono basati in modo prevalente sull'analisi delle serie di dati meteorologici raccolti e conservati presso gli Osservatori che costituirono, grazie all'avvento del telegrafo, la prima rete meteorologica italiana.
Il patrimonio storico degli Osservatori è anche la testimonianza delle notevoli ricadute sulla vita civile quotidiana dell'attività da essi svolta, come la costruzione delle grandi meridiane nelle cattedrali di Palermo, Milano e Bologna; la compilazione delle effemeridi destinate alla navigazione; la collaborazione con gli ingegneri per la stesura di carte geografiche corrette; la regolazione degli orologi; la redazione dei calendari; la collaborazione con le autorità giudiziarie per vagliare l'attendibilità delle testimonianze processuali; la creazione di una rete meteorologica nazionale ed internazionale.
I pionieri
Fin dai primi anni Ottanta del secolo scorso, un diffuso interesse internazionale per la storia della scienza mise in evidenza il grande problema della conservazione, riordino ed inventariazione del patrimonio archivistico degli Osservatori astronomici italiani.
A partire dal 1983, il primo Osservatorio ad attuare un programma di tutela e salvaguardia del suo archivio storico fu quello di Brera a Milano, il cui riordino ha fatto emergere non solo gli aspetti della storia istituzionale e scientifica della Specola ma anche l'importanza degli Osservatori come fonti per lo studio della storia dell'Astronomia.
A seguito dell’esperienza di Brera, si comprese la grande importanza della documentazione conservata negli archivi storici e il 7 giugno 1988 si tenne a Roma, promosso dalla Commissione di Storia dell'Astronomia della Società Astronomica Italiana, il primo incontro dedicato ai problemi del recupero e dell'ordinamento delle risorse strumentali e biblio-archivistiche negli Osservatori e Istituti-Dipartimenti di Astronomia e Astrofisica in Italia. A questo seguirono un secondo incontro il 10 novembre 1989 a Pisa e un terzo il 27 aprile 1993 a Roma.
Intanto, sulla scia di quanto fatto a Brera e degli incontri sopra ricordati, altri Osservatori diedero inizio a operazioni di censimento, schedatura del materiale epistolare, compilazione dell’inventario: Torino, Palermo, Bologna, Napoli, Arcetri, Roma. In alcuni casi i lavori vennero completati, in altri abbozzati, in altri ancora riguardarono solo una parte della documentazione, ma la strada verso la consapevolezza che gli archivi storici andavano riordinati, tutelati e resi consultabili era ormai aperta.
Il progetto “Specola 2000”
Nel luglio del 1999, un'intesa tra la Direzione generale dei Beni Archivistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Consorzio Nazionale per l’Astronomia e l’Astrofisica e la Società Astronomica Italiana ha dato avvio alla redazione di un Progetto nazionale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio documentario posseduto dagli Osservatori astronomici del nostro Paese.
Il Progetto era finanziato per la maggior parte con fondi della Direzione generale sopra ricordata, integrati con altri messi fondi a disposizione dai singoli Osservatori e, successivamente, dai cosiddetti “Fondi del 5 per mille” dello Stato italiano. Le Soprintendenze ai Beni archivistici competenti per territorio svolsero il ruolo di referente scientifico e di garante della correttezza delle operazioni di riordino e inventariazione.
Scopo del suddetto Progetto, intitolato “Specola 2000” dalla data in cui iniziò, era quello di riordinare e inventariare gli archivi storici di tutti gli Osservatori astronomici italiani, di approntare, pubblicare e rendere fruibili in rete adeguati strumenti di corredo, di aprire gli archivi alla consultazione e di valorizzarli, garantendo il supporto di personale adeguatamente preparato, nel rispetto della normativa vigente.
La commissione operativa, costituita da Maria Grazia Pastura, Giorgia Foderà Serio, Agnese Mandrino e Luisa Schiavone, dopo un approfondito censimento del patrimonio documentario degli Osservatori, stese una relazione sulla reale situazione degli archivi degli stessi, proponendo interventi tesi alla realizzazione del Progetto, priorità del quale è stato il riordinamento e l'inventariazione di tutti quegli archivi storici (fino al 1960) che erano privi di inventario o che ne possedevano uno parziale.
Negli anni successivi entrò a far parte della commissione operativa Micaela Procaccia, funzionario della Direzione generale dei Beni Archivistici e, a partire dal 2004, il coordinamento del Progetto, dopo il mandato della prof.ssa Giorgia Foderà Serio dell'Università di Palermo, venne affidato al prof. Fabrizio Bonoli dell'Università di Bologna.
Intanto, rispetto all'inizio del Progetto, i dodici Osservatori astronomici e astrofisici subirono un notevole cambiamento sul piano dello status giuridico. Con Decreto legislativo del 23 luglio 1999, n. 296, infatti, venne istituito l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ente di ricerca non strumentale con personalità giuridica di diritto pubblico. A partire dal 1 gennaio 2002 gli Osservatori persero pertanto personalità giuridica e confluirono nel nell'INAF, che aveva il compito di coordinarne le attività.
Gli ultimi interventi
Terminato il Progetto “Specola 2000” (anche per l’esaurimento dei fondi disponibili) l’Istituto Nazionale di Astrofisica si fece carico di concludere gli inventari degli archivi non ancora completati e di rendere consultabili in rete quelli disponibili.
A partire dal 2002, quindi, le attività inerenti il riordino, la tutela e la valorizzazione degli archivi storici sono state gestite (in accordo con i singoli responsabili presso gli Osservatori) dal Servizio Biblioteche e Archivi storici, coordinato da Antonella Gasperini (e per un breve periodo da Luisa Schiavone). In particolare il Servizio sopra ricordato ha finanziato interventi di recupero del materiale documentario negli Osservatori di Padova, Arcetri e Roma. Inoltre nel 2009, in occasione dell’Anno Internazionale dell’Astronomia, venne creato il portale web “Polvere di stelle”, dedicato inizialmente proprio agli archivi storici e poi ampliato ad altre tipologie di beni culturali.
Le attività legate agli archivi storici degli Osservatori astronomici continuano nell’ambito del Servizio Biblioteche, Musei e Terza missione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, coordinato da Antonella Gasperini. Gli inventari, gli altri mezzi di corredo, le digitalizzazioni, le attività intraprese e tutto ciò che riguarda gli archivi storici trovano oggi compimento nel portale “Polvere di stelle. I beni culturali dell’astronomia italiana”, a fianco delle informazioni relative al patrimonio bibliografico e strumentale.
Il progetto di riordino degli archivi è ancora in corso, data la natura decentrata degli Osservatori italiani e data la grande ricchezza dei fondi. Attualmente (giugno 2024) rimane da completare il riordino dell'archivio di Trieste.
Man mano che gli archivi vengono riordinati confluiscono nel database SICAP, con cui l’INAF gestisce gli inventari dei suoi archivi storici, e sono interrogabili dal portale “Polvere di stelle”, con l’eccezione di quello di Bologna che appartiene all’Università e che è consultabile solo dal sito web di Ateneo.