La Sardegna entra nella storia dell’Astronomia verso la fine dell’Ottocento, quando la Commissione Geodetica Nazionale, di recente costituzione, individuò nell’Isola la sede ideale per l’installazione di una stazione di rilevamento della Latitudine astronomica. La misura costante e accurata di questo dato era indispensabile per lo studio del Moto del Polo, ossia per ottimizzare la conoscenza della rotazione terrestre e delle sue perturbazioni. A differenza di alcuni grandi osservatori europei, come quello di Parigi e Greenwich, la cui fondazione avvenuta nel nel XVII secolo era avvenuta anche grazie alla necessità di risolvere il problema delle determinazione delle longitudini e sulla spinta delle ambientazioni di primato mari delle grandi potenze europee, la Stazione Astronomica di Carloforte nasceva invece per risolvere un problema di latitudine e nell’ambito di uno di quei progetti di cooperazione internazionale che muovevano i primi passi alla fine del secolo scorso.
Fin da subito il Prof. Emanuele Fergola, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, aveva proposto, in una riunione della Associazione Geodetica Internazionale (AGI) svoltasi a Roma dal 15 al 24 ottobre 1883, l’organizzazione di un progetto internazionale continuo, basato su un programma di osservazioni sistematico da eseguirsi in diversi luoghi scelti convenientemente, con lo scopo di misurare gli spostamenti del Polo per mezzo di osservazioni di latitudine eseguite da Stazioni situate sullo stesso parallelo. Infatti, secondo Fergola […] potendo la latitudine di un luogo variare anche per effetto di una variazione della verticale, così la variazione che per caso si fosse notata nella latitudine di un punto sarebbe stato l’effetto risultante di uno spostamento della verticale e di uno spostamento dell’asse di rotazione. Ma poiché la variazione della verticale non può essere sensibile che in prossimità della regione ove si produce il fenomeno geologico che a quella variazione da luogo, così si deduce che la variazione della verticale essendo semplicemente un fatto locale, potrebbe solo alterare le latitudini sopra uno spazio relativamente piccolo; al contrario il cangiamento dell’asse di rotazione della terra è un fatto di natura generale che, se avviene, cangia la latitudine di tutte le regioni della terra […].
Sotto il profilo pratico la realizzazione del progetto di Fregola incontrò grandi difficoltà in quanto l’attenzione della comunità scientifica di quegli anni era rivolta verso altri problemi di cooperazione internazionale come la "Carta del cielo", promossa dall’Osservatorio di Parigi o l’Astronomische Gesellschaft iniziato nel 1869.
Una volta accettata la proposta di Fregola i membri dell’AGI diedero inizio alla parte operativa. Come primo passo si iniziò a individuare le stazioni osservative che dovevano essere collocate sullo stesso parallelo e che, con identici strumenti e metodi, avrebbero dovuto condurre, parallelamente, osservazioni di latitudine. Successivamente, una volta ottenuti i dati, essi sarebbero stati inviati ad un Ufficio Centrale per la riduzione e la successiva elaborazione.
Grazie all’impegno del Generale Annibale Ferrero e del prof. Giovanni Celoria, in qualità rispettivamente di Presidente e di vice-Presidente della Commissione Geodetica Italiana, di Giovanni Lorenzoni, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova e soprattutto di Giovanni Schiaparelli, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Milano, una delle Stazioni Osservative fu assegnata all’Italia.
La scelta delle Stazioni del Servizio, oltre alla posizione sullo stesso parallelo, che venne scelto il 39°,08’, si basò anche su altri requisiti come:
- condizioni omogenee del terreno, particolarmente lungo il meridiano a Nord e a Sud del sito, per evitare l’insorgere di variazioni differenziali nella rifrazione difficilmente valutabili;
- buone condizioni sia igienico-sanitarie sia economico sociali;
- buone strutture logistiche: presenza di strade e linee ferroviarie, vicinanza di grandi città e possibilmente esistenza di Osservatori astronomici;
- condizioni meteorologiche favorevoli rispetto alla nuvolosità e alle precipitazioni;
- stabilità, dal punto di vista sismico, del territorio.
I nuovi Osservatori inizialmente proposti furono: uno in Giappone a Mizusawa, uno in Russia a Tschardjuii, tre nell’America del Nord a Gaithesburg, Cincinnati e Ukiah ed uno in Italia dove si individuarono cinque diversi possibili siti: Sicilia, Calabria, in Sardegna, in Campania e in Puglia. La scelta finale fu fatta nel corso della XII Conferenza dell’Associazione Geodetica Internazionale svoltasi a Stoccarda nel 1898, dove si decise l’organizzazione del Servizio Internazionale di Latitudine. Durante la preparazione della Conferenza venne segnalata a Celoria la combinazione finale delle Stazioni di Mizusawa, Dover o Gaithesburg, Ukiah e Cagliari. Immediatamente Celoria si attivò per la definizione del sito di Cagliari programmando un sopralluogo in Sardegna in modo che la scelta del luogo non si discostasse dal parallelo prescelto per non più di circa un chilometro e che rispettasse tutte le altre condizioni precedentemente poste.
Giunta la notizia della scelta della città di Cagliari, la prima segnalazione, per definire una postazione idonea per la realizzazione dell’Osservatorio fu fatta dall’ingegner Guarducci dell’Istituto Geografico Militare, che suggerì la Torre di San Pancrazio, sede di un punto trigonometrico di primo ordine. Se l’attenzione verso Cagliari era giustificata, per la presenza dell’Università e perché rispondente alle caratteristiche richieste, i geodeti dell’Ufficio di Postdam non avevano sufficienti informazioni sulle possibilità logistiche del suo territorio. Contemporaneamente giunsero a Celoria altre segnalazioni e tra queste egli prestò particolarmente attenzione al riferimento all’isola di San Pietro posta sul parallelo 39° 08’. Il Comandante G. B. Lasagna, vice-direttore a riposo del Catasto di Genova, essendo stato qualche tempo prima in visita presso l’isola di San Pietro, nella sua lettera del 2 Novembre 1897 al Celoria scriveva sul parallelo di 39° 08’ non vi è a parer mio che l’Isola di San Pietro. E’ più sana del rimante della Sardegna meridionale. E’ abitata da una popolazione di origine ligure anzi vi si parla il Genovese di Pegli. Nell’isola oltre il paese di Carlo Forte vi sono molte casette sparse ed utilizzate per la coltivazione dei terreni. Si potrebbe trovarne qualcheduna per alloggio. L’isola è trachitica a collinette, la più alta delle quali appena giunge a 214 m: Guardia dei Mori j = 39° 09’ 40". La popolazione è molto industriosa e buona e Carlo Forte comune abbastanza importante. E’ in comunicazione con Cagliari per mare credo una volta per settimana; e con Iglesias per barca e ferrovia privata con uno o due turni al giorno. Il parallelo 39° 08’ taglia quasi esattamente per metà l’isola e l’osservatorio potrebbe impiantarsi a poca distanza da Carlo Forte. Disturbi sismici non se ne sentono; dominano molto i venti foranei. Nella settima seduta dell’Assemblea di Stoccarda venne approvato in via definitiva la scelta di Carloforte, sull’isola di San Pietro, al posto di Cagliari e la città di Gaithersburg sostituì la città di Dover.
Alla fine di gennaio 1899, l’astronomo aggiunto dell’Osservatorio di Padova, il dott. Giuseppe Ciscato, giunse a Carloforte, con l’incarico di Direttore. Per la scelta del luogo in cui istituire la Stazione Astronomica, la sua attenzione cadde sull’antica e robusta Torre di San Vittorio, proprietà di una famiglia locale. Espletate le pratiche per l’affitto dei locali, chiese al Municipio l’autorizzazione a far demolire il cono centrale, posto sul piano del terrazzo, per la sistemazione della cupola. Quest’ultima venne appositamente progettata e costruita a Postdam per ospitare il Telescopio Visuale Zenitale (VZT), realizzato presso l’officina Wanschaff di Berlino. Sia la cupola che lo strumento furono messi a disposizione dall’Associazione Geodetica Internazionale. Il 16 settembre Ciscato venne raggiunto da Emilio Bianchi, e la notte tra il 24 e il 25 ottobre 1899 i due astronomi effettuarono le prime determinazioni astronomiche di latitudine mediante a Carloforte sfruttando il Telescopio Visuale Zenitale.