Il Museo è ospitato nella settecentesca torre, costruita per ospitare la Specola astronomica dell’Istituto delle Scienze. Nelle stanze un tempo dedicate alle attività di osservazione sono stati ricollocati gli strumenti di cui si sono serviti gli astronomi bolognesi nel corso dei secoli. La collezione, distribuita su vari ambienti:
La
Sala meridiana venne progettata per rendere eseguibili al meglio le osservazioni degli astri alla massima altezza sull’orizzonte, durante il loro passaggio in meridiano.
Nel lato ovest della Sala sono stati ricollocati gli strumenti costruiti da Domenico Lusverg all’inizio del Settecento, testimoni della superba tecnica costruttiva degli artigiani italiani dell’epoca: notevole il semicircolo murale da 3 m di diametro, tra i maggiori di quei tempi.
La
Sala Horn d’Arturo, la
Sala dei globi, la
Sala della torretta presenta un carattere organico e un’eccezionale completezza.
Vi si possono ammirare pregevoli astrolabi, telescopi secenteschi lignei fino a 12 m di lunghezza, raffinati strumenti d’osservazione settecenteschi italiani e inglesi, orologi, strumenti topografici, meteorologici e di calcolo, sino ai telescopi dell’Ottocento e al “telescopio a tasselli”, della prima metà del Novecento, prototipo degli attuali grandi telescopi di nuova generazione. Sono da segnalare globi celesti e terrestri e sfere armillari, carte nautiche del Cinquecento e carte cinesi del Seicento, tra le quali una grande mappa terrestre di Matteo Ricci.
Nel percorrere la scala a chiocciola che porta alla sommità della torre, si può osservare il percorso dell’esperienza che Gian Battista Guglielmini effettuò nel 1790 per misurare la deviazione dalla verticale dei corpi in caduta libera, fornendo così la prima verifica diretta della rotazione terrestre.