L’Osservatorio Astronomico di Brera fu fondato nel 1764 come un’istituzione ecclesiastica, all’interno del Collegio Gesuitico di Milano. Tuttavia l’edificio in cui esso è situato ha origini molto più antiche, in quanto deriva da un monastero dell’ordine degli Umiliati che sorgeva qui sin dalla seconda metà del XIII secolo. Al monastero era annessa una chiesa (oggi non più esistente), denominata Santa Maria nella Brera.
Il termine "brera" deriva dal tardo latino longobardo "braida"2, che significa prato, e in effetti la zona si trovava appena all’esterno della cinta di mura romane della città di Milano e quindi era circondata da prati3.
Nel 1571 l’ordine degli Umiliati fu soppresso da papa Pio V; sembra che la forte enfasi che gli appartenenti all’ordine ponevano sulla frugalità e semplicità di vita e la loro condanna dei lussi e della rilassatezza dei costumi li avesse messi in conflitto con le gerarchie ecclesiastiche (tra l’altro, in epoca di Controriforma, le loro tesi suonavano pericolosamente vicine a quelle dei protestanti).
Il cardinale Carlo Borromeo, allora arcivescovo di Milano, affidò il palazzo di Brera ai Gesuiti, assegnando loro il compito di istituirvi una scuola di istruzione superiore per il clero e per la nobiltà.
I Gesuiti tennero il palazzo di Brera per circa due secoli, fino al 1773, ampliandolo e ristrutturandolo in più riprese, fino a portarlo praticamente al suo stato odierno.
Solo l’ultimo importante intervento architettonico, la ricostruzione della facciata su via Brera a opera dell’architetto Giuseppe Piermarini, fu condotto nel 1779 ed è quindi successivo di pochi anni all’uscita dei Gesuiti.
L’insegnamento dei Gesuiti era basato sulle discipline umanistiche (quelle che all’epoca erano raggruppate sotto la denominazione di trivium: lingua latina, retorica, filosofia e teologia), ma comprendeva anche le scienze, e in particolare l’astronomia.
Nel corso del ’700 i Gesuiti avevano istituito e gestivano in varie città europee diversi osservatori astronomici, a partire da quelli di Lione e Marsiglia (fondati nel 1702); nel 1773, anno della soppressione dell’Ordine, essi avevano in tutto una trentina di osservatori.
In generale all’epoca gran parte della ricerca scientifica, che oggi viene considerata compito di organizzazioni statali, era invece finanziata e gestita da istituzioni ecclesiastiche o da privati (ad esempio membri dell’aristocrazia dotati di mezzi finanziari e spinti da un forte interesse personale).
La specola di Boscovich
La Grange fu aiutato nella fondazione dell’Osservatorio da un altro padre gesuita, Ruggero Boscovich (1711 - 1787), a cui nel 1764 era stata affidata la cattedra di matematica all’Università di Pavia (all’epoca l’unica università in Lombardia). Probabilmente il Boscovich aveva visitato il Collegio di Brera, aveva saputo dell’intenzione di fondare un osservatorio e si era appassionato all’idea; nel 1764 gli venne affidato ufficialmente il compito di preparare il progetto per il nuovo osservatorio.
Boscovich era una personalità scientifica di primo piano; la sua opera principale, la Philosophiae naturalis theoria (1758), una specie di enciclopedia di scienze naturali, è uno dei trattati scientifici più autorevoli e più citati della seconda metà del XVIII secolo.
Boscovich era anche esperto in architettura e ingegneria civile e in pochi mesi progettò e fece costruire i locali che dovevano ospitare il nuovo osservatorio, alla sommità dell’angolo sudorientale del Palazzo di Brera.
Esso era composto da due piani: il piano inferiore era diviso in cinque stanze, che ospitavano i quadranti murali, gli orologi a pendolo e altri strumenti; il piano superiore consisteva di un’unica stanza, di pianta ottagonale, ed era usato per le osservazioni con i telescopi e per le lezioni dimostrative di astronomia per il pubblico.
Sopra la stanza ottagonale si trovava una terrazza dotata di due cupole coniche. Il risultato fu estremamente soddisfacente, tanto che nel 1776 il grande astronomo francese Lalande, nel Journal des Savants, scriveva in termini elogiativi della nuova specola, augurandosi che se ne pubblicasse una descrizione dettagliata a beneficio di tutti gli astronomi.
E più di un secolo dopo, facendo la storia dei primi anni di attività dell’Osservatorio, Schiaparelli osservava: "Così in breve tempo era sorto in Milano un Osservatorio, assai ben costituito".
In pochi anni l’Osservatorio di Brera divenne la più importante istituzione astronomica in Italia>, dove si formavano come apprendisti i migliori scienziati, che venivano poi assunti presso altri istituti.
Questa situazione di predominio scientifico durò almeno fino al primo ventennio dell’Ottocento.
Per quasi un decennio La Grange e Boscovich si divisero il compito di dirigere la specola di Brera.
I due avevano caratteri e impostazioni scientifiche quasi opposte: Boscovich era eclettico e intraprendente e aveva progetti ambiziosi per il futuro dell’Osservatorio; La Grange era molto più cauto, legato a un mentalità scientifica più tradizionale, e preoccupato di contenere le spese per l’acquisto di strumentazione.
In breve tra i due sorse un dissidio; nel 1772 Boscovich diede le dimissioni da tutti i suoi incarichi e lasciò l’Osservatorio.
L’anno successivo (1773) l’ordine dei Gesuiti fu soppresso da papa Clemente XIV; il Collegio di Brera, con l’annesso Osservatorio, venne statalizzato e passò sotto le dirette dipendenze del governo austriaco a Milano.
Gli Austriaci dimostrarono subito un particolare interesse per lo sviluppo dell’Osservatorio, dotandolo dei mezzi economici e del personale necessari per proseguire nelle linee di sviluppo tracciate dal Boscovich; già nel 1773 essi fecero venire appositamente da Vienna Joseph (Giuseppe) Megele, tecnico specializzato nella costruzione di apparecchi ottici e meccanici, a cui si deve gran parte della nuova strumentazione costruita nell’Osservatorio fino al 1816 (anno del suo pensionamento); nel 1775 giunse all’Osservatorio un nuovo astronomo, Barnaba Oriani, che poco dopo ne assunse la direzione. Oriani era famoso a livello internazionale soprattutto per i suoi lavori di meccanica celeste; a lui si devono il primo calcolo accurato dell’orbita del pianeta Urano (scoperto nel 1781 da William Herschel) e la determinazione dell’orbita del primo asteroide, Cerere, scoperto da Giuseppe Piazzi nel 1801.
Nel 1774, soddisfacendo un desiderio dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, l’ Osservatorio pubblicò il primo volume delle Ephemerides Astronomicae, un annuario astronomico che in breve divenne famoso e apprezzato in tutto il mondo (su richiesta del cancelliere von Kaunitz, l’annuario venne redatto in lingua latina per facilitarne l’utilizzo anche fuori dall’Italia).
L’annuario comprendeva due sezioni: la prima era costituita da una serie di tabelle con le posizioni previste per il Sole, la Luna e i pianeti, utilizzate dagli astronomi per le osservazioni; la seconda conteneva una raccolta di articoli scientifici.
La pubblicazione dell’annuario continuò senza interruzioni per un secolo esatto, fino al 1874.
Verso la metà del ’700 a Brera non esisteva ancora un osservatorio astronomico, ma si sa che alcuni padri gesuiti conducevano osservazioni di oggetti celesti dai tetti del collegio, servendosi di piccoli telescopi.
Non si conosce molto di questa attività osservativa (che probabilmente era accessoria agli insegnamenti di astronomia) perché non ne rimane alcuna documentazione.
Una traccia indiretta è costituita dai due globi (uno terrestre e uno celeste), realizzati alla fine del ’600 dal famoso geografo veneziano Coronelli, che facevano parte della dotazione del Collegio e che oggi sono patrimonio storico dell’Osservatorio.
Sappiamo però che nel 1760 due padri gesuiti di Brera, Giuseppe Bovio e Domenico Gerra, scoprirono una nuova cometa.
Utilizzando un mezzo di informazione molto diffuso a quell’epoca, essi diedero notizia della scoperta alla cittadinanza affiggendo per la città manifesti, in cui si leggeva tra l’altro:
"Alli 6 del corrente Febbraio circa le ore 8 di sera fu da due Padri professori in questa Università di Brera della Compagnia di Gesù osservata ad occhio nudo la sembianza di una stella nebulosa minore di mole, ma di egual luce alla nebulosa Presepe nel cuor del Cancro. Essa era nella costellazione del Lione lontana a stima d'occhio quattro gradi incirca d'un gran cerchio dalla Stella Regulus ... Osservata col telescopio fu discoperta cometa. La testa involta in atmosfera nebbiosa, corta corda, e sfumata ad Ostrolebeccio ..."
Fu forse il successo di questa scoperta a convincere il rettore del Collegio di Brera, padre Federico Pallavicino, a potenziare l’attività astronomica fondando un vero osservatorio.
A questo scopo egli fece venire da Marsiglia (dove, come abbiamo detto, i Gesuiti avevano già un osservatorio astronomico) un astronomo esperto, padre Luigi La Grange, e gli affidò il compito di fondare la specola di Brera.
Padre La Grange giunse a Milano nel 1762; a partire dall’anno successivo iniziarono le regolari osservazioni astronomiche e le misurazioni meteorologiche.