Buon Compleanno, Padre Secchi
Il 28 giugno 1818 a Reggio Emila nasceva Angelo Secchi. Scienziato di fama mondiale per i suoi studi in diversi campi, egli lasciò il segno nella comunità astronomica internazionale per il suo ruolo fondamentale nello studio degli spettri stellari che è alla basa dell'astrofisica moderna.
Fin da subito Angelo dimostro una forte predisposizione per le scienze, in particolare per la fisica sperimentale, tanto da essere designato come assistente alla cattedra di fisica presso il Collegio Romano, celebre centro di formazione scientifica dei gesuiti.
Dopo un soggiorno prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, dove trovò un vivace ambiente culturale e scientifico, nel 1849 venne nominato direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano. Egli rinnovò profondamente quest’antica specola, allestendo sul tetto della chiesa di Sant’Ignazio a Roma quello che può essere considerato il primo osservatorio astrofisico del mondo. Qui egli installò anche degli apparati per l’osservazione sistematica del campo magnetico terrestre e per lo studio dell’elettricità atmosferica, in una visione unitaria che legava astronomia e fisica terrestre.
A Secchi siamo debitori di due dei principali trattati astronomici dell’Ottocento: Le Soleil e Le Stelle che conobbero numerose traduzioni ed edizioni. Secchi fu anche tra i primi ad applicare la fotografia e la spettroscopia in campo astronomico, ottenendo risultati determinanti nel campo della fisica solare e dell’astrofisica stellare. La classificazione spettrale di Secchi, in particolare, costituì la base delle successive classificazioni, specialmente di quella sviluppata sul finire del secolo negli Stati Uniti all’Harvard College University. Essa inoltre aprì la strada agli studi che, grazie ai progressi delle conoscenze di fisica atomica e nucleare del XX secolo, avrebbero permesso la comprensione delle atmosfere stellari.
Le osservazioni su cui si fondano la sua classificazione stellare e i suoi studi sul Sole, furono effettuati con il telescopio Cauchoix di 17 cm di apertura e con l’equatoriale Merz da 24 cm acquistato nel 1854, al momento del totale rinnovamento dell’osservatorio.
Questi telescopi potevano essere equipaggiati con diversi tipi di spettroscopi, come spettroscopi angolari con prismi di vetro, simili a quelli in uso nei laboratori di chimica e fisica del tempo, oppure con spettroscopi a “visione diretta”, dotati di prismi di vetro flint e crown in sequenza alternata. In particolare Secchi utilizzò i due telescopi in combinazione con il prisma-obiettivo, ideato da Respighi e poi modificato da Secchi, che fu causa di un’aspra polemica tra i due astronomi sulla paternità.
Malgrado il difficile clima politico, Secchi prese parte alla spedizione che il Governo italiano organizzò in Sicilia per osservare l’eclisse totale di Sole del 1870. Ciò avvenne grazie all’appoggio di Pietro Tacchini, astronomo dell’Osservatorio di Palermo che, nell’interesse della scienza, riuscì a farlo invitare quale membro onorario. In questa occasione i due astronomi avviarono un’importante collaborazione tra Palermo e Roma, poi estesa anche a Padova, per lo studio spettroscopico delle protuberanze solari. Nel 1871 questa collaborazione portò alla fondazione della Società degli Spettroscopisti Italiani, antesignana dell’odierna Società Astronomica Italiana.
Angelo Secchi non aveva ancora compiuto sessant’anni quando si spense prematuramente a Roma il 26 febbraio 1878, dopo avere strenuamente lottato per difendere il suo osservatorio dal rischio di confisca da parte del Governo italiano.
"Lo studio degli spettri prismatici dei corpi celesti non è uno studio di mera curiosità, ma da esso dipende la soluzione di molte ed importantissime questioni cosmiche".
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