Alla Specola di Padova il team NAOSTRONOMIC del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Padova racconterà il passato, presente e futuro dell’astrofisica padovana
Per lo sviluppo sociale ed economico di un Paese il patrimonio culturale è una risorsa strategica fondamentale, a maggior ragione questa affermazione è valida per l’Italia, nazione che detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO. Nel valorizzare al meglio queste risorse le nuove tecnologie possono giocare un ruolo di fondamentale importanza. Per questa ragione l’edizione 2020 della NAO Challenge, una vera e propria sfida a colpi di robotica dove 99 squadre provenienti da 55 istituti superiori italiani si sfideranno programmando un piccolo robot dalle forme umane, ha come tema la conservazione e valorizzazione del nostro territorio. Tra i vari siti scelti figura anche la Specola di Padova dove il team NAOSTRONOMIC racconterà il passato, presente e futuro dell’astrofisica padovana.
“
Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'umanità riceva danno” questa è la legge zero della robotica proposta da Isac Asimov, uno dei più famosi scrittori di fantascienza, di cui quest'anno ricorrono i 100 anni dalla sua nascita. All’interno dei suoi romanzi, Asimov descrive una società in cui robot e umani vivono insieme, e dove troviamo androidi che ci aiutano a tagliare le verdure per il minestrone o ci accompagnano in giro a bordo di futuristici veicoli dotati d’intelligenza artificiale o, ancora, cyborg dalle forme umanoidi che si occupano di fare la spesa al posto nostro. Qualcuno potrebbe pensare che questi scenari siano solo frutto della fantasia e della maestria di un abile scrittore, ma in realità sono più reali e vicini a noi di quanto si possa pensare. La cosiddetta Quinta Rivoluzione Industriale, che porterà uomo e robot a lavorare fianco a fianco attraverso una collaborazione sinergica fra le capacità cognitive e il mondo dell’
Internet of things, toccherà anche l’ambito museale. Infatti, le tecnologie digitali stanno entrando sempre più nei musei italiani, sia per una migliore fruizione delle opere sia per attrarre un pubblico più giovane, abituato a usare smartphone, tablet e altri dispositivi. Su questi presupposti la scuola di robotica di Genova ha scelto, per l’edizione 2020 della
NAO Challenge, il tema della tutela e della promozione del patrimonio culturale.
In questo contesto gli studenti del team del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Padova
NAOSTRONOMIC, formato da Edoardo Romito, Camilla Ranzato, Jasmine Olcelli, Marco Colpi, Edoardo Cesaro, Navid Rajabi, Alberto Zilio Grandi, Alessandro Magentini e guidato dalla prof.ssa Carla Gobbo, ha deciso di porre la loro attenzione sull’Osservatorio Astronomico di Padova, sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e del Museo La Specola, facendo raccontare a NAO, un piccolo robot dalle forme umanoidi, il passato, il presente e il futuro di questo meraviglioso luogo.
“Il team vuole rivolgersi ai più giovani trattando il tema del Cielo attraverso un gioco attivo e una breve sequenza teatrale in cui il robot NAO è sempre protagonista e attore insieme ai partecipanti” racconta la coordinatrice del gruppo. Infatti, durante la fase di valutazione da parte della giuria, il piccolo robot, accuratamente programmato dai giovani membri del team, presenterà la Specola e alcuni dei vari strumenti presenti al suo interno. Successivamente ragazzi del pubblico e i giurati saranno invitati da NAO a giocare a un gioco dell’oca sui generis in cui il piccolo robot porrà domande sugli studiosi passati per Padova, sulla Specola e l’astronomia in generale, dando poi delle accurate spiegazioni su ogni soggetto dell’interrogazione. Entro febbraio a Rovigo si terranno le semifinali dove il team
NAOSTROMIC e il piccolo NAO, finemente programmato, dovranno presentare, nel tempo massimo di 15 minuti, il loro lavoro. Il loro compito sarà quello di mostrare come questi piccoli robot possono dare un contributo di grande rilievo alla società moderna.
Forse ad oggi, non siamo ancora così vicini alla realtà di una città futuristica così come è stata profetizzata da Asimov, dove robot ai bordi delle strade saranno pronti ad aiutarci nel compiere sforzi al di là delle nostre umane possibilità. Ma forse, con un po’ di fantasia e un robottino a portata di mano, o se preferite per mano, non sembrerà poi un traguardo così lontano.