200 anni fa l'Osservatorio che si stava costruendo sulla collina di Capodimonte, per volontà di Gioacchino Murat, si arricchiva di una importante collezione di strumenti per scrutare le stelle “
nel Cielo più sereno d'Italia” e contribuire al progresso dell'astronomia, come recita il motto -
Astronomiae Incremento - sulla monumentale facciata neoclassica dell'Osservatorio, definito dall'astronomo von Zach “
il Vesuvio dell'astronomia” per la sua maestosità e bellezza.
Tra quei cannocchiali, eleganti, solidi e precisissimi, c'era il circolo ripetitore costruito dal meccanico di Monaco di Baviera, Georg von Reichenbach. Fu il primo strumento ad essere collocato nella cupola est dell'osservatorio e la sera del 17 dicembre 1819 l'astronomo Carlo Brioschi compì la prima osservazione da Capodimonte: “α cassiopea sopra il polo”. La prima di due anni di un'intensa attività di misure conclusa con la pubblicazione del volume “Comentarj astronomici della Reale Specola di Napoli”. In questo volume oltre ai risultati scientifici raccolti da Brioschi sono pubblicate delle belle incisioni dell'Osservatorio e dei suoi strumenti, a partire dal circolo ripetitore.
Questo strumento, ritenuto oramai perduto, è stato ritrovato e ricomposto proprio grazie alla dettagliata descrizione di Brioschi, e oggi ritorna in Osservatorio, negli spazi del MuSA-Museo degli Strumenti Astronomici, in una moderna struttura che riprende l'originale collocazione del circolo ripetitore.
Per festeggiare questa importante restituzione al patrimonio culturale della città e della storia dell'astronomia italiana, insieme alla presentazione della nuova istallazione nel museo, verranno esposte le raffinate tavole create dall'estro e dalla passione dell'artista napoletano Christian Leperino che, interpretando in chiave moderna gli eventi di 200 anni fa, ha elaborato 12 disegni in carboncino che fanno rivivere fatti e personaggi oramai consegnati ai libri di storia. Le suggestive tavole dell'artista napoletano si mescoleranno con le importanti opere antiche: dipinti, stampe e libri antichi istallate nel Musa, tra queste il raffinato dipinto di Giuseppe Piazzi.
Per collegare le vicende che hanno portato alla piena funzionalità dell'Osservatorio napoletano e le moderne sfide scientifiche, Giuseppe Piazzi è il personaggio che sintetizza al meglio questo concetto. L'astronomo valtellinese che portò a conclusione i lavori di costruzione dell'Osservatorio a Capodimonte, nel 1817 si trasferì a Napoli da Palermo, dove la sera del 1° gennaio 1801 aveva scoperto l'asteroide Cerere, mentre a Napoli il Vesuvio dava grande spettacolo e la città diventava non solo luogo di esperienza culturale ma anche scientifica.
L'asteroide Cerere, dopo la scoperta del lontanissimo Urano fatta da William Herschel nel 1781, è stato il primo corpo celeste del sistema solare interno ad essere stato identificato al telescopio. Di questo asteroide non si avevano immagini della sua superficie sino a qualche mese fa quando la sonda spaziale Dawn l'ha osservato in dettaglio. Nei prossimi mesi, l'Osservatorio che Piazzi ha reso operativo, “
non vi essendo cielo più bello del Partenopeo”, lancerà un proprio strumento alla conquista di Marte, proseguendo così un consolidata tradizione di studi sull'esplorazione spaziale.
Nel giorno del 543° compleanno di Niccolò Copernico, il primo ad aver rivoluzionato l'astronomia conducendola nella modernità, una conferenza dell'astronoma Ileana Chinnici dell'Osservatorio Astronomico di Palermo dal titolo: “Piazzi e la scoperta dell'ottavo pianeta” ripercorrerà questa fantastica avventura.
Le osservazioni del cielo con la collaborazione dell'Unione Astrofili Napoletani concluderà una serata … cosmica.