La Società degli Spettroscopisti Italiani

I 150 anni dalla fondazione

 

Nel 1871, Pietro Tacchini (astronomo aggiunto all’Osservatorio Astronomico di Palermo), Padre Angelo Secchi (Direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano) e Giuseppe Lorenzoni (astronomo aggiunto a Padova) avviarono un’intensa collaborazione nel campo della spettroscopia solare, con osservazioni contemporanee del bordo solare per lo studio delle protuberanze. Fu subito evidente che l’attività intrapresa esigeva uno sforzo organizzato e coordinato, regolato da un programma ben definito che ottimizzasse i risultati del lavoro collettivo. La proposta di costituirsi in Società, su iniziativa di Secchi, fu accolta con entusiasmo da Tacchini, il quale prontamente coinvolse gli Osservatori del Campidoglio, di Padova e di Napoli. Nacque così, il 5 ottobre 1871, la Società degli Spettroscopisti Italiani. Nonostante le difficoltà iniziali, la Società, dotata di un manifesto programmatico denso di contenuti, divenne la prima associazione scientifica dedicata all’Astrofisica e le sue Memorie, pubblicate a partire dal 1872, sono oggi considerate la prima rivista specializzata in astrofisica.

Per celebrare questo importante evento della Storia dell’Astronomia, le astronome e gli astronomi di oggi danno voce ai capisaldi di quel Regolamento che 150 anni fa diede avvio ad una nuova pagina della Scienza e la cui eredità è stata raccolta nel 1920 dall’odierna Società Astronomica Italiana (SAIt).