Si inaugura sabato 20 maggio, alle ore 21.30, presso il Museo Ebraico di Bologna, la mostra
“
Le luci di Horn. Storie di un astronomo a Bologna”,
organizzata in occasione dei cinquant’anni dalla morte dell’astronomo.
La mostra è curata da Stefano Nicola Sinicropi (Università di Bologna), Caterina Quareni (Museo Ebraico di Bologna) e Sandra Caddeo (Ethnos).
Il comitato scientifico comprende Fabrizio Bònoli (Università di Bologna) e Flavio Fusi Pecci (Società Astronomica Italiana).
Guido Horn d’Arturo (Trieste 1879-Bologna 1967), ebreo triestino, fu direttore dell’Osservatorio universitario di Bologna per un trentennio, interrotto solo dalleleggi razziali. A cinquant’anni dalla sua scomparsa, il Museo Ebraico di Bologna, la Sofos, INAF - Osservatorio Astronomico di Bologna e il Dipartimento di Fisica e Astronomia lo ricordano in questa mostra come scienziato geniale, pioniere della divulgazione scientifica, personaggio eclettico, patriota.
Sin dagli anni Trenta, Guido Horn ideò una metodologia del tutto nuova di
costruzione e aggiustamento degli specchi dei telescopi che ha rivoluzionato lo sviluppo della moderna astronomia osservativa: il suo “specchio a tasselli” realizzato nei primi anni Cinquanta, di 1,8 m di diametro complessivi, composto di 61 tasselli esagonali, è considerato il progenitore dei moderni grandi telescopi, tra i quali l’European Extremely Large Telescope dell’ESO: uno specchio di diametro di 39 m composto da 798 tasselli, operativo in Cile nel 2024, e nello spazio il James Webb Space Telescope della Nasa: un primario di 6,5 m con 18 tasselli, il cui lancio è previsto nel 2018.
Horn non fu solo uno scienziato, ma un intellettuale dai molteplici interessi: osservatore meticoloso, fu affascinato dalla storia, dalla letteratura, dall’arte, dal teatro, dalla filologia. Il tutto in mezzo alle due guerre mondiali: la Prima vissuta da protagonista, come volontario irredentista, la Seconda da perseguitato per le origini ebraiche. La follia razzista lo allontanò dal suo Osservatorio fino a quando, nel secondo dopoguerra, venne reintegrato nell’incarico e nell’abitazione all’interno dell’Osservatorio stesso, dove poté continuare la sua attività scientifica.
Oggi il Museo della Specola conserva lo studio di Horn e, nella sua collocazione originale, il suo specchio a tasselli.
A corredo dell’iniziativa sono previste due conferenze:
7 giugno, ore 17, “Sotto lo stesso cielo? Le leggi razziali e gli astronomi in Italia” di Agnese Mandrino
14 giugno, ore 17, “Cosmologia e astroparticelle” di Flavio Fusi Pecci.
Inoltre
28 maggio e 4 giugno, ore15.30, “Specchio delle mie brame” Laboratorio didattico per bambini
La mostra rimarrà aperta presso il Museo Ebraico di Bologna, via Valdonica 1/5, dal 20 maggio al 30 luglio 2017.
Orari: da domenica a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 16; chiuso sabato e festività ebraiche.