Il Museo della Specola di Palermo al MUnipa, il Museo dell'Università degli Studi di Palermo
Il Museo della Specola di Palermo partecipa al secondo allestimento del MUnipa, il Museo dell'Università degli Studi di Palermo. La mostra, dal titolo "Misurare per conoscere, conoscere per misurare", trova posto nella suggestiva cornice del complesso monumentale dello Steri, sede del Rettorato palermitano. Al suo interno, tra strumenti, carte d'archivio, antichi volumi e opere d'arte provenienti dalle diverse collezioni dell'UniPa e del suo Sistema Museale, ospita due preziosi dipinti, un sestante del Settecento e tavole di strumenti provenienti dall'Osservatorio Astronomico di Palermo. Il filo rosso che lega tra loro tali beni è costituito dalla figura di Jesse Ramsden, ottico e celebre costruttore inglese di strumenti scientifici, cui il fondatore della Specola di Palermo, Giuseppe Piazzi, commissionò la prima dotazione strumentale del nascente osservatorio. Uno dei dipinti, realizzato su richiesta di Piazzi nel 1791 dal pittore Giuseppe Velasco, ritrae Ramsden raffigurato di profilo, cinto da rami di alloro e accompagnato dal teodolite da lui costruito. La seconda tela celebra il capolavoro di Jesse Ramsden, il sofisticato telescopio altazimutale a scala circolare conosciuto come Cerchio di Ramsden, col quale Piazzi scoprì il primo asteroide, Cerere Ferdinandea. L'esemplare, unico al mondo e custodito presso il Museo della Specola, è qui raffigurato mentre viene manovrato da una coppia di putti. La scena è osservata da Urania, musa dell'Astronomia, che, col capo ornato da stelle ed elegantemente adagiata, spicca nel quadro in primo piano. Lo strumento scientifico in mostra è un'altra pregevole opera costruita da Ramsden: il sestante di Hadley, realizzato nel 1787 e acquistato per 16 sterline e 16 scellini da Piazzi che lo utilizzò per determinare la latitudine di Palermo. Una sua accuratissima descrizione si trova in un opuscolo dello stesso Ramsden, Description and method of adjusting the improved Hadley’s Sextant, che si trova legato nella miscellanea presente in mostra, aperta sulla tavola che raffigura lo strumento. Esposto presso il MUnipa si trova anche un volume dei primi dell'Ottocento di Domenico Scinà, Elementi di fisica sperimentale, la cui tavola della sfera armillare accompagna lo strumento in ottone, riconducibile al meccanico inglese Henry Drechsler allievo di Ramsden, proveniente dalla collezione storica degli Strumenti di Fisica dell'Università di Palermo.
In mostra trovano posto anche altri due beni profondamente legati all'Osservatorio Astronomico di Palermo: un riconoscimento accademico e un dipinto. Il primo è il diploma di laurea honoris causa in Filosofia e Matematica conferito nel 1820 a Niccolò Cacciatore, secondo direttore della Specola palermitana. ll secondo è il ritratto di Léon Dufourny, architetto francese attivo alla fine del Settecento, cui si deve la progettazione degli edifici dell'Orto Botanico di Palermo e il disegno delle vetrine e delle consolles che adornavano (e adornano) l'Osservatorio Astronomico. L'opera, dipinta nel 1800 da Velasco, fu donata a Piazzi dallo stesso pittore e poi, nel 1880, concessa in prestito permanente all'Orto Botanico dall'allora direttore Gaetano Cacciatore.
La mostra, inaugurata il 13 luglio alla presenza del Magnifico Rettore, sarà visitabile fino a gennaio 2023.