Nell'incanto degli spazi dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte è di scena Supernova 1604 reloaded.
Ideale capitolo di un nuovo e inedito romanzo artistico-visivo di Paul Renner che ha progettato, su invitato della Fondazione Morra e dell’Osservatorio di Capodimonte, un'installazione artistica per celebrare un avvenimento particolarmente impressionante che ha cambiato il modo di pensare al cielo.
Il 9 ottobre del 1604 fu osservata l'esplosione di una supernova nella costellazione di Ofiuco, a oltre 20.000 anni luce dalla Terra, l'ultimo oggetto stellare esploso nella nostra galassia.
Notata nel cielo da Ludovico delle Colombe, filosofo aristotelico fiorentino e strenuo avversario di Galilei, la supernova SN 1604 fu osservata ad occhio nudo da Keplero il 17 ottobre. Ne restò ammaliato, tanto da dedicarle un libro - De Stella nova in pede Serpentarii (Praga, 1606). Lo studio che l'astronomo tedesco condusse sulla nuova stella, che oggi porta il suo nome, fu molto accurato dimostrando, in contrapposizione alle teorie aristoteliche della immutabilità e perfezione del cielo, che l'Universo è in continua evoluzione.
Paul Renner, situazionista romantico, appassionato di contaminazioni, in constante dialogo con pratiche diverse, a 410 anni dall' accadimento, interpreta l'avvenimento accostando alla sua attitudine eclettica un forte slancio filologico. Attraverso un vasto repertorio di fonti, oltre che scientifiche, anche filosofico-letterarie, e grazie al contributo intellettuale e sodale di Giuseppe Morra, di Gunter Leising emerito professore dell'Università di Graz e del direttore dell'Osservatorio Massimo Della Valle, Renner investiga e ridisegna un'originale cartografia moderna, in un'articolata trama teorico-onirica.
Il cuore dell'esposizione, la Supernova Keplero, a 410 anni dalla sua scoperta, è celebrata dall'artista a guisa d'affresco, realizzato sulla copertura (50 metri quadrati) della sala d'ingresso dell'edificio.
Contrassegnata dalla suggestione di 69 punti luci LED che ne ripercorrono la sagoma inquadrandola nel il firmamento, la Supernova di Renner dialoga con una spettacolare scultura commestibile, posta in asse al dipinto esposto a soffitto. Dinanzi a noi un teatro gastronomico, un’avvolgente schiera di leggeri acquerelli, che coincide con la volontà dell'artista, con le sue percezioni sinestetiche e suoi valori simbolici la cui forza è data dalla capacità di organizzare forme, di comporre la loro sintassi, nel far funzionare le diverse parti di un congegno, nella consapevolezza che la sua sarà sempre un'architettura impossibile da ingabbiare dentro le regole di un controllo imperativo.