Il 29 luglio 1971, in una lettera formale e asciutta, il professor Giovanni Godoli – allora direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Catania – comunicava al professor Mario Veltri, prima docente e poi preside dell’Istituto Tecnico Nautico di Ancona nonché socio fondatore dell’Associazione Marchigiana Astrofili, la concessione in prestito permanente della montatura equatoriale del rifrattore Merz, un tempo fiore all’occhiello dell’astronomia catanese:
“Caro Professore, in seguito agli intercorsi contatti, sono lieto d’informarla che i ricercatori di questo Istituto hanno deciso di consegnare in prestito permanente all’Istituto Tecnico Nautico di Ancona la montatura del rifrattore con moto orario e canna in legno”.
Con quella frase prendeva il via un nuovo capitolo nella lunga storia di uno strumento fondamentale per l'astrofisica catanese. Oggi, a oltre cinquant’anni di distanza, la montatura storica del grande rifrattore Merz è finalmente tornata a Catania, grazie a una fruttuosa collaborazione tra l’INAF – Osservatorio Astrofisico di Catania e l’Associazione Marchigiana Astrofili, che ne ha custodito e promosso l’utilizzo a fini didattici e divulgativi per oltre mezzo secolo.
La storia del rifrattore Merz ha inizio nel 1878, quando la prestigiosa ditta Merz di Monaco di Baviera, leader mondiale dell’ottica astronomica del tempo, realizzò un obiettivo da 34 cm di apertura e il relativo tubo. La montatura equatoriale, invece, fu affidata all’abilità di Giuseppe Cavignato, meccanico dell’Osservatorio Astronomico di Padova. L’intero strumento rappresentava una sintesi tra eccellenza artigianale italiana e innovazione tecnico-scientifica europea.
Per oltre sessant’anni, il telescopio fu protagonista della ricerca astrofisica condotta a Catania, in particolare nello studio del Sole: dalle macchie alle facole, dalle protuberanze alle strutture della fotosfera. Nel 1906, lo strumento fu arricchito da uno spettroelioscopio progettato da Annibale Riccò insieme a George Ellery Hale, che rese possibile un’attività osservativa sistematica della cromosfera solare, con ricadute significative nel campo dell’astrofisica solare per almeno tre decenni.
Negli anni ’40 del Novecento, per problemi meccanici, il telescopio fu gradualmente dismesso. Nel 1971, la montatura fu ceduta in prestito all’Istituto Nautico di Ancona, con l’intento di garantirne ancora una vita attiva in ambito educativo. Mario Veltri, figura chiave anche nell’ambito dell’associazionismo astrofili marchigiano, ne fece un punto di riferimento per generazioni di appassionati.
Ora, dopo oltre mezzo secolo, la montatura è tornata nella sua sede originaria di Catania. Verrà temporaneamente stoccata nei locali dell’Osservatorio in attesa del delicato intervento di restauro, già avviato sul tubo ottico. Il lavoro, rispettoso dei materiali e delle tecniche originali, mira a restituire allo strumento la sua integrità storica. Il restauro non punta solo al recupero materiale, ma anche alla possibilità di una nuova narrazione museale e divulgativa, in linea con la missione dell’INAF di tutelare e valorizzare il proprio patrimonio storico-scientifico.