ConsistenzaLa serie, suddivisa in 12 sottoserie e in sotto-sottoserie, comprende 154 unità archivistiche contenute in 18 faldoni.
Unità di conservazione
La serie comprende la documentazione relativa all’attività scientifica e di ricerca svolta dal personale dell’Osservatorio negli anni compresi tra il 1948 e il 1989 (soltanto due pratiche, relative rispettivamente al servizio orario della città di Torino e al progetto di impianto di una stazione meteorologica risalgono rispettivamente alla seconda metà degli anni Venti e Trenta), vale a dire nel corso della direzione di Gino Cecchini e Mario Girolamo Fracastoro.
La sottoserie “Relazioni” (1948-1986) è particolarmente significativa ai fini della ricostruzione dell’attività scientifica: a cadenza annuale il Ministero della Pubblica Istruzione richiedeva agli Osservatori la compilazione di una relazione in merito all’attività didattica e scientifica svolta dagli astronomi, ai lavori pubblicati e alle ricerche condotte, nonché notizie circa l’attività previsionale per l’anno successivo. In ottemperanza alla legge 263 del 1963 queste relazioni dovevano essere trasmesse dal Ministero al CNR. I rapporti con il CNR sono inoltre caratterizzati dalla redazione di piani quinquennali (1964-1969) e dalla partecipazione al Gruppo nazionale di astronomia (1971-1975).
La sottoserie “Statistiche” (1962-1985) raccoglie le indagine statistiche commissionate dall’ Istituto Centrale di Statistica e i modelli ISTAT compilati dall’ente riguardanti i progetti di ricerca scientifica e, più in particolare, i costi della ricerca scientifica effettuata in Italia.
La sottoserie “Convegni” (1948-1985) comprende materiale inerente congressi, convegni e meeting internazionali ai quali prese parte personale dell’Osservatorio. Di alcuni si conserva cospicua documentazione, testi degli interventi presentati, programmi delle giornate; di altri non rimane che l’invito; si tratta in ogni caso di carte che testimoniano i sempre più frequenti scambi tra Osservatori italiani ed esteri. In questi anni la ricerca astronomica si avvia sempre più verso collaborazioni internazionali. Parallelamente, anche le sovvenzioni a favore di viaggi e borse di studio diventano sempre più estese.
Nell’ambito dell’attività didattica e divulgativa (1950-1985) un solo fascicolo è relativo alle visite presso l’Osservatorio, mentre la documentazione inerente i corsi universitari comprende dispense, testi e programmi dei corsi i tenuti dai direttori dell’Osservatorio e dai loro assistenti. Fino al 2001, infatti, al Direttore dell’Osservatorio spettava anche la titolarità della cattedra di astronomia.
Di scarsa rilevanza le carte relative alle norme per la redazione delle pubblicazioni.
Ricostruendo le principali linee della ricerca seguite negli anni Sessanta e Settanta sono state individuate tre sottoserie (la meteorologia assume carattere residuale: due solo fascicoli): astrometria (1971-1979), sistema solare (1964-1981) e astrofisica stellare (1958-1979).
La prima, astrometria, si suddivide al suo interno in parallassi, stelle doppie, determinazioni del tempo, eclissi e occultazioni.
La seconda, sistema solare, comprende asteroidi e comete, posizioni, sole e meccanica celeste.
La terza, astrofisica stellare, oltre a ricerche su moti propri, ammassi e tavole spettrali contiene i numerosi lavori svolti dal personale in campo fotometrico. Negli anni presi in considerazione la fotometria fu oggetto di numerose ricerche, dallo studio astrometrico dei pianetini si passò con ottimo profitto al loro studio fotometrico. Il fotometro fotoelettrico fu utilizzato per osservazioni di stelle variabili e grande impegno fu profuso nelle osservazioni di stelle binarie ad eclisse; nel 1973 Fracastoro pubblicò l’Atlas of light curves of eclipsing binaries.
Nella sottoserie “Progetti diversi” sono stati inseriti alcuni progetti che non è stato possibile ascrivere ai grandi filoni di ricerca individuati e che, in qualche modo, rimangono momenti autonomi rispetto alle linee di ricerca tradizionali dell’Osservatorio.
Oltre a questi è interessante il progetto, tra il 1973 e il 1978, per l’installazione del telescopio SPH 1060 (progettato e in parte realizzato da parte dell’Osservatorio torinese) nell’emisfero australe, in Brasile, in Sudafrica o in Australia. Il progetto non ebbe seguito.
Infine, tra la fine degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta (1959-1978), il progetto per l’istituzione di un Osservatorio Astronomico Nazionale e, a lato, gli studi portati avanti per la campagna del Seeing, finalizzata all’individuazione del sito ottimale per l’installazione della nuova Specola: un sondaggio di opinione per la scelta del sito coinvolse tutti gli Osservatori nazionali: le valutazioni a proposito di siti venivano effettuate in base a parametri quali la percentuale dei giorni sereni, la trasparenza del cielo, la frequenza dei venti e l’escursione termica. Una località considerata particolarmente favorevole, e dunque oggetto di studi e rilevazioni, fu Saint Barthelemy, in Val d’Aosta.